Central Park è rimasto per ore eccitato e in attesa con migliaia di persone col naso all’insu, ma si è visto poco.
Chi aveva steso dei teli sul prato, chi aveva direttamente pranzato al parco per assicurarsi il posto migliore, chi, invece, si era preparato sulle panchine. Gli ultimi sono rimasti in piedi. Tutti armati di occhiali, ormai andati a ruba da ore.
Alle 15 la Luna ha incontrato il Sole ed è cominciato il suo percorso. Piano piano l’ambiente si è rabbuiato, il silenzio è cominciato a calare, l’attesa sempre più palpabile. È venuto il freddo.

Ma a vuoto: intorno alle 15:25, una grande nuvola ha coperto il bacio perfetto fra Luna e Sole. Pur avendo gli occhiali sul naso, non è stato possibile vedere esattamente il contorno infuocato. Solo dopo, quando il satellite ha ricominciato ad allontanarsi, poco a poco la stella ha fatto capolino.
Intanto tutti i presenti erano in visibilio. Applausi e grida di stupore si sono alzati appena è scoccato il bacio. “This is so cool!”, dice una signora accompagnata dal suo cagnolino, che ha cominciato ad abbaiare appena ha percepito calare il buio. Si è data appuntamento apposta con le sue amiche. “È un momento unico, raro!”. La prossima eclissi in Nord America sarà nel 2044.

È da settimane che non si parla d’altro. C’è chi ha assistito a un’eclissi solare per la tredicesima volta, come un simpatico 105enne del Texas, che dopo la prima ne è rimasto innamorato e si è spostato dal New Mexico al Mar Nero per avere la miglior visuale. Ma c’è anche chi crede a una serie di teorie complottistiche e si è impegnato a condividerle sui social.
L’ipotesi che la Terra è piatta è fra le più popolari. Altri hanno controllato in modo ossessivo la traiettoria dell’eclissi, che ha attraversato gli Stati Uniti in diagonale da Nord a Sud, dal Texas al Maine. Confrontandola con quella del 2017 si andava a creare una X sul Paese, saltando subito alle conclusioni più sospette.
Infine, di fronte alla notizia che molte città hanno dichiarato lo stato di emergenza si sono sollevate grida allarmistiche sostenendo l’imminente fine del mondo. In realtà, i municipi, preparandosi a ricevere un afflusso straordinario di turisti, hanno solo preso le giuste precauzioni nel caso in cui si verificasse davvero un’emergenza. Ci sono stati posti come Austin e Dallas in Texas, Buffalo a New York o Jefferson in Vermont che hanno registrato il 98% in più nelle richieste di alloggi per la notte fra il 7 e l’8 aprile.
