La Cina ha dichiarato di aver condotto “esercitazioni di combattimento aree e marittime” domenica nel Mar Cinese Meridionale, nello stesso giorno in cui Filippine, Stati Uniti, Giappone e Australia tenevano le loro prime esercitazioni congiunte – che erano state annunciate da tempo – nelle stesse acque.
Da anni vanno avanti aspre dispute territoriali tra Pechino e molti Paesi del Sud-Est asiatico che vedono come sfondo proprio il Mar Cinese Meridionale. La Cina rivendica la sovranità sulla maggior parte dello strategico corso d’acqua che vale oltre 3.000 miliardi di dollari di commercio annuale via nave, comprese parti di territorio reclamate da Filippine, Vietnam, Indonesia, Malesia e Brunei. Nel 2016, tuttavia, la Corte permanente di arbitrato ha dichiarato che le rivendicazioni della Cina non hanno alcuna base giuridica.
Dallo scorso anno, in particolare, la Marina del Dragone è stata protagonista di una escalation politico-militare contro le Filippine. La disputa concerne soprattutto la cosiddetta Seconda Secca di Thomas, un isolotto disabitato situato nella zona economica esclusiva delle Filippine – che la presidia militarmente dal 1999. Il territorio fa parte di quelle che a livello internazionale sono note come Isole Spratly, che a detta di Pechino sono di sovranità cinese. Negli ultimi mesi la disputa ha comportato diversi atti di sabotaggio da parte del Dragone, che finora ha impiegato cannoni ad acqua contro imbarcazioni civili (principalmente pescatori) e militari filippine.
Le forze armate di Manila hanno dichiarato che le esercitazioni con Stati Uniti, Australia e Giappone hanno dimostrato l’impegno “regionale e internazionale a sostegno di un Indo-Pacifico libero e aperto”. Le manovre militarti hanno coinvolto due navi da guerra filippine, la BRP Gregorio del Pilar e la BRP Ramon Alcaraz, la USS Mobile statunitense, la JS Akebono giapponese e la HMAS Warramunga australiana, secondo quanto riferito dall’ambasciata giapponese a Manila.
Questa settimana, giovedì, Joe Biden ospiterà a Washington il primo vertice trilaterale con i leader di Filippine, Ferdinand Marcos Jr., e Giappone, Fumio Kishida. All’ordine del giorno, chiaramente, proprio le crescenti tensioni nel Mar Cinese Meridionale.