Cauti segnali di disgelo fra Stati Uniti e Cina. 36 ufficiali degli eserciti dei due paesi si sono incontrati alle Hawaii per discutere della sicurezza delle forze nel Pacifico: è il primo incontro di persona di questo tipo da due anni, dopo molte cancellazioni da parte cinese, ed è giunto mentre la Segretaria al tesoro Janet Yellen è in visita in Cina: altro segnale di distensione, nonostante i suoi moniti sui prodotti cinesi – fra cui le auto elettriche – che arrivano sul mercato statunitense.
L’incontro del Military Maritime Consultative Agreement Working Group (che esiste dal 1998) si è tenuto a Honolulu mercoledì e giovedì di questa settimana, riporta CNN: erano presenti 18 ufficiali cinesi dell’Esercito di Liberazione del Popolo e 18 rappresentanti dei comandi militari statunitensi nel Pacifico (il comando Indo-Pacifico, la flotta Usa del Pacifico, le Forza Armate Usa del Pacifico). Un alto ufficiale ha detto ai giornalisti che i colloqui delle Hawaii sono stati “essenziali per tutelare la sicurezza delle operazioni delle nostre forze militari”.
Nel novembre 2023, il presidente Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping incontrandosi a San Francisco si erano fra l’altro impegnati a mantenere la comunicazione fra i rispettivi comparti militari. Martedì scorso i due si sono parlati telefonicamente discutendo di vari temi fra cui la lotta alla droga, l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici, nonché dei colloqui militari a Honolulu e della cooperazione fra i due paesi in questo ambito.
Risultati concreti di questo disgelo? Qualcuno: secondo fonti militari c’è stata una “riduzione dei comportamenti pericolosi” fra aeronautica cinese e statunitense nello spazio aereo del Pacifico. Un’altra fonte concorda ma sostiene che gli aerei “della Repubblica Popolare Cinese continuano ad agire in modo illecito contro operazioni marittime di routine che le Filippine”, alleato americano, “conducono nel mare meridionale cinese”. Negli ultimi due anni fonti statunitense hanno più volte lamentato che i piloti cinesi avevano aumentato le manovre rischiose e provocatorie sul Pacifico infastidendo gli aerei statunitensi; comportamenti che sarebbero diminuiti negli ultimi mesi a partire da novembre.
Intanto la segretaria al Tesoro Janet Yellen è in Cina: è la visita più alta in grado in Cina di un funzionario Usa dopo l’incontro di San Francisco. Una missione delicata, un tour di cinque giorni in equilibrio fra distensione e avvertimenti – fra carota e bastone per la piccola, pacata signora dell’economia Usa. A Guangzhou, nel Guangdong, Yellen ha incontrato il vice premier cinese He Lifeng, responsabile n. 1 dell’economia cinese, al quale ha riferito che gli Usa “cercano una sana relazione economica che avvantaggi entrambe le parti”, perché è “fondamentale che le due maggiori economie” del pianeta “cerchino progressi sulle sfide globali come il cambiamento climatico e l’emergenza del debito nei mercati emergenti e nei Paesi in via di sviluppo”.
Presenti tutti i maggiori attori economici cinesi, dal Governatore della Banca centrale agli imprenditori più importanti, Yellen però ha detto a He Lifeng che gli Stati Uniti non intendono subire pratiche sleali né l’invasione del surplus produttivo cinese. Pechino finanzia, per esempio, pannelli solari e auto elettrici che poi il mercato interno non riesce ad assorbire; l’esportazione di questi prodotti a prezzi concorrenziali in altri paesi, fra cui gli Stati Uniti, crea squilibri alla produzione locale. Secondo l’industria americana dell’automobile, le automobili cinesi elettriche stanno monopolizzando il settore. Lo stesso problema riguarda i prodotti energetici verdi, tanto che Yellen non ha escluso l’applicazione di tariffe doganali per bloccarli.
Non solo: Yellen ha messo in guardia He Lifeng dalle “conseguenze significative” nel caso in cui le aziende cinesi aiutassero la Russia, la cui invasione dell’Ucraina lanciata a febbraio 2022 non è stata condannata da Pechino. “Il segretario Yellen ha sottolineato che le aziende, comprese quelle della Repubblica popolare, non devono fornire sostegno materiale alla guerra della Russia all’Ucraina, compreso il sostegno alla base industriale della difesa russa, altrimenti ci saranno conseguenze significative”, ha riferito il Dipartimento del Tesoro.