In settimana, in una mail in cui chiedeva finanziamenti per la propria campagna elettorale, il candidato indipendente Robert F. Kennedy Jr. ed il suo entourage avevano definito coloro che hanno assediato il Campidoglio, nella giornata del 6 gennaio 2021, come “attivisti che sono stati chiusi in cella, privati della loro libertà”.
Nell’appello inviato ai sostenitori, firmato dal “Team Kennedy”, la campagna ha inoltre chiesto l’assoluzione del “prigioniero politico Julian Assange”, il fondatore di WikiLeaks, mettendolo sullo stesso piano gli imputati del 6 gennaio, in quanto vittima di abusi giudiziari.
“Questa è la realtà che ogni cittadino americano deve affrontare- si legge nella mail in questione-Da Ed Snowden, a Julian Assange, agli attivisti del J6 che siedono in una cella di Washington DC privati delle loro libertà costituzionali. Aiutate la nostra campagna a denunciare le azioni illiberali del nostro stesso governo”. Naturalmente, le parole rilasciate dal candidato indipendente hanno scatenato numerosissime polemiche nelle ultime ore.

Per questo motivo, la campagna di Kennedy Jr. ha provato a ritornare sui propri passi, scusandosi pubblicamente per quanto affermato nella mail riguardante la propria raccolta fondi. In particolare, la portavoce del candidato alla Casa Bianca, Stephanie Spear, ha spiegato: “Quella dichiarazione è stata un errore che non riflette il pensiero del signor Kennedy. È stata inserita da un nuovo responsabile del marketing ed è sfuggita al normale processo di approvazione”. La campagna ha poi dichiarato di aver rescisso il contratto con il fornitore in questione, di cui non ha fatto il nome.
Nella lettera, inoltre l’entourage chiedeva ai sostenitori di finanziare ed aiutare il candidato indipendente a smascherare lo Stato americano, ed a liberare “Julian Assange, che sta lottando contro l’estradizione negli Stati Uniti in un tribunale britannico”. Secondo Kennedy Jr., infatti, il fondatore di WikiLeaks, proprio come l’ex dipendente della National Security Agency Edward Snowden e gli imputati del 6 gennaio, è stato privato ingiustamente dei suoi diritti.
Chiaramente, le frasi usate nella mail hanno ricordato a molti quelle utilizzate da Donald Trump, che in questi anni ha più volte definito i golpisti del Campidoglio come “ostaggi dello Stato” o, più semplicemente, “Grandi patrioti”. Il tycoon, inoltre, ha affermato che se dovesse vincere le elezioni di novembre concederà la grazia e coloro che sono stati arrestati in seguito ai fatti del 6 gennaio.
Dal canto suo, invece, Kennedy aveva dichiarato ai microfoni di Fox News che in caso di trionfo alle urne sarebbe pronto a “perdonare” Assange e Snowden. Il candidato indipendente, però, non aveva rilasciato commenti circa i propri piani per i golpisti trumpiani.