Mentre la destra repubblica strepita che Joe Biden non fa abbastanza per fermare gli ingressi dei migranti, una giudice federale della California ha stabilito ieri che il governo federale non può lasciare i minori in arrivo su territorio Usa in attesa all’aperto, in quelli che vengono definiti “campi nel deserto”, e deve trovar loro tempestivamente una sistemazione “sicura e igienica”.
I minori in queste situazioni, ha sentenziato la giudice Dolly Gee della United States District Court of Central California, sono responsabilità della US Customs and Border Protection, e quindi del governo federale. L’amministrazione Biden aveva invece sostenuto che siccome il loro arresto non era stato effettuato dalla CBP, i minori non sarebbero stati sotto tutela federale.
La sentenza riguarda potenzialmente migliaia di bambini e ragazzini, in provenienza da paesi che vanno dal Messico al Venezuela alla Cina all’India, che dalla primavera scorsa sono confluiti con migliaia di adulti in campi provvisori in zone isolate del deserto californiano. Per ora si tratta dei campi californiani, ma la sentenza non limita l’ordine alla California e dovrebbe essere valida per tendopoli simili in altri stati. Sarà necessario per ospitare i minori stanziare risorse aggiuntive per far fronte all’afflusso, proprio poco dopo che il partito repubblicano ha rifiutato di approvare una legge che avrebbe appunto stanziato nuovi fondi per migliorare la situazione alla frontiera.
Nella causa, intentata da associazioni umanitarie, gli avvocati per i diritti dei bambini sottolineavano che i funzionari federali per l’immigrazione mandano i migranti verso i campi nel deserto ma non forniscono cibo, acqua, riparo e servizi medici in maniera adeguata. Però le azioni della Border Patrol dimostrano che l’agenzia federale ha il comando della situazione: pattuglia i campi, sorveglia i migranti con telecamere, li trasporta fino alle tendopoli, li identifica con braccialetti, conduce delle perquisizioni e minaccia i migranti affermando che perderanno il diritto di chiedere asilo se lasceranno il campo.
La giudice Gee ha concluso che la CBP non dovrebbe tenere i minori in “strutture all’aria aperta, se non per il tempo strettamente necessario a prepararli e trasportarli in una struttura più adeguata”. Inoltre ha ordinato al coordinatore minorile della CBP di consegnare entro il 10 maggio un rapporto sul numero effettivo di minori che si trovano in tendopoli all’aria aperta, e su come l’agenzia ha ottemperato alla sentenza. Gli avvocati per i diritti dei minori avranno poi sei giorni per rispondere al rapporto.