Il Segretario al Tesoro statunitense, Janet Yellen, è in volo verso la Cina, dove atterrerà in serata. Nei prossimi quattro giorni, dunque, incontrerà diversi funzionari del governo locale, principalmente a Guangzhou e, naturalmente, a Pechino.
In particolare, la Yellen intende discutere, tra gli altri argomenti, della sovraccapacità industriale della Cina, una questione che è stata spesso oggetto di acceso dibattito tra i due Paesi, che ora stanno provando a riallacciare, seppur gradualmente, i loro rapporti istituzionali. Quello della Yellen è il secondo viaggio in Cina dall’estate: nei prossimi mesi, volerà verso il Paese asiatico anche il Segretario di Stato Anthony Blinken.
“Credo che la nostra aspettativa sia quella di avere un dialogo continuo e approfondito a livelli alti”, ha dichiarato la settantasettenne prima della partenza, “veniamo da un lungo periodo in cui non abbiamo parlato e ciò ha creato delle incomprensioni”.
La prima tappa del viaggio della Yellen sarà dunque Guangzhou, capitale della provincia del Guangdong, dove tra venerdì e sabato incontrerà il governatore, nonché vice premier, He Lifeng, esperti del settore economico e rappresentanti dell’AmCham China. Domenica, invece, a Pechino, il Segretario al Tesoro americano farà visita al premier Li Qiang, al ministro delle Finanze Lan Fo’an ed al sindaco Yin Yong. Lunedì, infine, prima di fare ritorno verso gli States, ci sarà l’incontro con il vice premier Liu He e con il governatore della People’s Bank of China, Pan Gongsheng.
Nel corso dei vari meeting in programma, la settantasettenne si soffermerà in particolare sulla tematiche delle pratiche commerciali sleali e sottolineerà le conseguenze economiche globali della sovraccapacità industriale del Paese asiatico. Nel corso degli ultimi mesi, d’altronde, l’amministrazione Biden ha accusato la Cina di aver inondato il mercato globale di merci a basso costo, e dalla discutibile qualità, e di aver fatto crollare la domanda dei prodotti concorrenti, provenienti da altre parti del mondo.
Il governo cinese, dal canto suo, ha spesso sostenuto le proprie aziende anche con una serie di sussidi, aiutandole così a vendere le proprie merci a prezzi inferiori. “Siamo preoccupati che le ricadute dei sussidi cinesi a queste industrie si verifichino anche negli USA e in altri Paesi”, ha dichiarato Yellen poco prima della partenza verso Pechino. A marzo, invece, sulla questione si era espresso Jens Eskelund, presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea, che aveva spiegato come questa situazione potrebbe intensificare le tensioni tra la Cina ed i paesi del Vecchio Continente.