Ma che ora è sulla luna? Iniziano a chiederselo in molti, pure l’amministrazione Biden che nei giorni scorsi ha chiesto alla NASA di stabilire uno standard temporale unificato, sia per il satellite che per altri corpi celesti, considerato che sulla luna gli orologi avanzano in modo diverso rispetto alla Terra.
In una nota diffusa dall’Office of Science and Technology Policy ,OSTP, della Casa Bianca, viene chiesto all’agenzia spaziale di lavorare con altri enti governativi federali per attuare entro la fine del 2026 un piano per quello che viene definito il Coordinated Lunar Time LTC, la versione spaziale della misurazione oraria terrestre.
Lo sviluppo del progetto richiederà accordi internazionali con i 36 paesi che finora hanno aderito al patto di esplorazione spaziale Artemis Accords. Il problema dovrà essere risolto velocemente poiché nel giro di pochi anni l’Agenzia Spaziale programma di aprire una stazione sulla Luna che serva da trampolino di lancio per l’esplorazione di Marte.
Mentre le missioni spaziali si intensificano, anche nel settore privato, le nuove disposizioni dovranno servire a garantire una migliore sicurezza ai viaggiatori fuori dall’atmosfera terrestre.
Senza uno standard temporale lunare unificato, sarebbe difficile garantire i trasferimenti dei dati tra i veicoli spaziali e la sincronizzazione delle comunicazioni tra la terra, i satelliti le basi e gli astronauti,
Kevin Coggins, responsabile delle comunicazioni spaziali e della navigazione di Nasa, in un’intervista ai media ha dichiarato: “Lo stesso orologio che abbiamo sulla Terra si muoverebbe a una velocità diversa sulla Luna. Pensate agli orologi atomici dell’Osservatorio Navale degli Stati Uniti a Washington. Sono il cuore pulsante della nazione, sincronizzano tutto.”
Secondo gli esperti americani gli orologi sulla crosta lunare perderebbero circa 58,7 microsecondi terrestri al giorno, un divario che si amplia ulteriormente se vengono combinate altre variabili.
La Nasa deve comunque ancora stabilire dove esattamente inizierà il tempo, poiché anche sulla terra subisce delle modificazioni, accelera e rallenta e richiede secondi intercalari.