Rimasti solo loro due non c’erano dubbi su chi potesse vincere le primarie che si sono tenute ieri in quattro Stati. Biden e Trump si sono facilmente aggiudicati le primarie in Rhode Island, Connecticut, New York e Wisconsin, conquistando delegati per le convention dei partiti che si terranno questa estate.
Biden ha dovuto affrontare l’opposizione degli attivisti che incoraggiavano i democratici a votare “uncommitted” o scheda bianca per mostrare la disapprovazione per la sua gestione della guerra tra Israele e Hamas. Ma anche Trump ha i suoi critici repubblicani che continuano a votare per Nikki Haley sebbene la candidata si sia ritirata.
Il voto democratico anti-Biden si è concentrato in luoghi prevedibili: città con una significativa presenza universitaria come New Haven, Connecticut (dove i “non impegnati” hanno ottenuto il 24%), Providence, Rhode Island (29%) e Madison, Wisconsin.
Da dire che il voto di ieri è stato un’ulteriore prova di ciò che i sondaggi dicono da mesi. Gli elettori di entrambi i partiti non vorrebbe uno nuovo scontro Biden-Trump.
A New York ha votato solo il 5% degli elettori. L’ex presidente Trump ha ottenuto l’82% dei voti in tutto lo Stato. Ma nelle contee rosse dell’Upstate, dove era plebiscitario, ha preso meno voti che in passato: l’82% nella contea di Jefferson, il 79% nella contea di Lewis e il 78% nella contea di St. Lawrence. Quasi il 20% dei repubblicani ha votato contro. Un allarme rosso perché in queste regioni nel 2022 questi ultimi hanno inaspettatamente ribaltato quattro seggi al Congresso conquistando la maggioranza alla Camera. A novembre i candidati hanno bisogno che gli elettori si presentino compatti ai seggi se vogliono essere rieletti. E se mancherà la passata magnetica attrazione che Trump suscitava anche la loro rielezione verrebbe messa in discussione. Alle scorse elezioni poche migliaia di voti negli Stati “incerti”, come Pennsylvania, Georgia, Wisconsin, Michigan, Arizona e North Carolina, hanno fatto la differenza.
Pure i democratici hanno i loro problemi. Il presidente Biden ha ottenuto il 91% dei voti in tutto lo Stato di New Yorrk, l’89% dei voti nella contea di Jefferson, l’82% dei voti nella contea di Lewis e l’86% dei voti nella contea di St. Lawrence. E anche in questo caso un democratico su 10 ha scelto di non sostenere l’attuale inquilino della Casa Bianca.
New York non aveva un’opzione “Uncommitted” e le schede bianche di protesta non verranno conteggiate finché i risultati non saranno certificati nelle prossime settimane. Quindi è troppo presto per sapere se sia esistito un significativo voto contro Biden.
Secondo The Hill, una larga parte della base democratica vede il sostegno a Israele come una faccenda di politica interna. “Ormai è una cosa diffusa, se questa guerra prosegue, continuerà a essere un grande peso per tutti noi”, afferma un parlamentare democratico all’informato quotidiano politico online. Gli scontri a Gaza stanno diventando un problema per le elezioni di novembre, non solo per Biden ma anche per il Congresso. Secondo la Gallup, il 55% degli americani si oppone a dare aiuti a Israele e solo il 18% dei democratici sostengono la reazione del governo di Tel Aviv ai massacri del 7 ottobre.
In un sondaggio del Wall Street Journal Donald Trump sarebbe in vantaggio in sei su sette Stati in bilico, spinto da un’ampia insoddisfazione per l’andamento dell’economia e dai dubbi sulle capacità di Joe Biden.
Per il giornale finanziario Trump guida con un margine da 2 a 8 punti in Pennsylvania, Michigan, Arizona, Georgia, Nevada, North Carolina, con o senza candidati indipendenti o di partiti terzi. Il presidente è in vantaggio di 3 punti solo in Wisconsin in una corsa con più candidati, mentre in un duello con Trump è testa a testa.