Sei operatori umanitari stranieri della ONG World Central Kitchen e il loro autista palestinese sono rimasti uccisi martedì mattina in un raid israeliano mentre distribuivano cibo ai civili affamati nella Striscia di Gaza. Tra i morti ci sarebbero una donna australiana, identificata come Lalzawmi Zomi Frankcom, un polacco, tre britannici e un doppio cittadino statunitense-canadese.
Il World Central Kitchen sostiene che stessero viaggiando in una “zona deconflittualizzata” in due veicoli corazzati, con il logo dell’associazione, e in un veicolo non corazzato. L’associazione ha annunciato la sospensione delle operazioni nella Striscia.
“Oggi la World Central Kitchen ha perso diversi nostri fratelli e sorelle in un attacco aereo dell’IDF a Gaza. Sono affranto e addolorato per le loro famiglie e i loro amici e per tutta la nostra famiglia WCK. Sono persone… angeli… con cui ho servito in Ucraina, a Gaza, in Turchia, in Marocco, alle Bahamas, in Indonesia. Non sono persone senza volto… non sono persone senza nome”, ha twittato lo chef José Andrés, fondatore di WCK.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha riconosciuto le colpe di Tel Aviv nel “tragico incidente di un attacco non intenzionale delle nostre forze su persone innocenti nella Striscia di Gaza”, dichiarando martedì che i funzionari stanno “controllando a fondo” e “faranno di tutto perché questo non si ripeta”.
Il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce dell’esercito, ha dichiarato che gli ufficiali hanno “esaminato l’incidente ai più alti livelli” e che sarà avviata un’indagine indipendente.
I video provenienti dalla zona mostrano i corpi insanguinati di diverse persone con i giubbotti col logo di World Central Kitchen dopo i bombardamenti sulla città di Deir Al-Balah.

Joe Biden ha chiamato lo chef Jose Andres per esprimere le condoglianze per la morte dei suoi collaboratori, aggiungendo che “renderà chiaro a Israele che gli operatori umanitari vanno protetti”, secondo quanto riportato dal portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby.
“Siamo afflitti e profondamente turbati dall’attacco”, ha scritto su X la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Adrienne Watson, aggiungendo che “gli operatori umanitari devono essere protetti mentre consegnano aiuti di cui c’è un disperato bisogno, ed esortiamo Israele a indagare rapidamente sull’accaduto”.
La Commissione Ue ha chiesto “un’indagine approfondita” sulla morte dei sette operatori. “Gli operatori umanitari devono essere sempre protetti, in linea con il diritto umanitario internazionale”, scrive l’esecutivo di Bruxelles su X. “Condanno l’attacco e sollecito un’indagine. Nonostante le richieste di protezione di civili e operatori umanitari, assistiamo a nuove vittime innocenti”, aggiunge Josep Borrell, invocando l’immediata attuazione della risoluzione Onu per “un cessate il fuoco immediato, un pieno accesso umanitario e una protezione rafforzata dei civili”.
Il ministero degli Esteri britannico ha dichiarato di essere “alla ricerca urgente di ulteriori informazioni” sulla morte di un proprio connazionale a Gaza. Spiegazioni allo Stato ebraico sono state chieste anche da Varsavia, che ha inviato “le più sincere parole di cordoglio” alla famiglia del volontario polacco.
Il premier australiano Anthony Albanese ha chiesto che “venga attribuita piena responsabilità per questo fatto, perché è una tragedia che non sarebbe mai dovuta accadere”. “Si tratta di una persona che stava facendo volontariato all’estero per fornire aiuti, attraverso questo ente di beneficenza, a persone che soffrono di enormi privazioni a Gaza. E questo è assolutamente inaccettabile”, ha dichiarato il primo ministro ai giornalisti.
I corpi degli operatori umanitari sono stati portati in un ospedale nella città meridionale di Rafah, al confine con l’Egitto, secondo quanto riferito dall’Associated Press. Nelle prossime ore saranno restituiti ai familiari, mentre il corpo dell’autista palestinese sarà consegnato alla sua famiglia a Rafah per essere sepolto.
World Central Kitchen, fondata dallo chef spagnolo José Andrés, fornisce cibo nelle zone di disastri, ed è una delle poche associazioni rimaste ad operare a Gaza, dove la guerra infuria da oltre cinque mesi, non c’è luogo sicuro né alcun posto dove scappare, e oltre due milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare; le agenzie umanitarie dichiarano ormai da molte settimane che metà della popolazione della Striscia è in condizione di carestia, e Israele continua a bloccare gli aiuti via terra.
Secondo il Ministero della Sanità di Gaza (che fa capo ad Hamas), almeno 32.845 palestinesi sono stati uccisi dallo scorso 7 ottobre quando l’attacco degli estremisti di Hamas in Israele ha ucciso 1.200 persone e preso in ostaggio altre centinaia.