Attaccare Pearl Harbor? Sulla carta sarebbe meno pericoloso di invadere l’Estonia. A differenza del piccolo Stato baltico, infatti, le Hawaii non sono formalmente coperte dal Trattato NATO – e di conseguenza i Paesi dell’Alleanza non sarebbero obbligati a soccorrere Washington.
L’idiosincrasia è stata sottolineata alla CNN da David Santoro, presidente del think tank Pacific Forum di Honolulu: “È una cosa stranissima”, ha spiegato, “sebbene le Hawaii siano tecnicamente il 50° Stato degli Stati Uniti d’America, esse non godono degli stessi privilegi degli altri Stati in quanto non fanno geograficamente parte del Nord America”, la sua spiegazione.
L’esclusione è prevista dal Trattato di Washington del 1949, che ha costituito la NATO dieci anni prima che nel 1959 le Hawaii diventassero il 50° Stato dell’Unione. L’articolo 6 della convenzione stabilisce infatti che un assalto armato a uno dei territori alleati in Europa o in Nord America sia da considerarsi un attacco all’intera alleanza, specificando tuttavia che eventuali territori insulari devono essere situati nell’Atlantico settentrionale, ossia a nord del Tropico del Cancro.
Non si tratta di una banalità: lo sa bene il Regno Unito, che dovette rispondere da solo all’invasione argentina delle Isole Falkland nel 1982 – dal momento che l’arcipelago conteso si trova nell’Atlantico meridionale.
Secondo un portavoce del Dipartimento di Stato USA, va comunque considerato che il trattato, all’articolo 4, stabilisce che gli alleati si consultino quando “l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza” di un membro siano minacciate. Nessun automatismo però, anche se chiaramente il suddetto attacco trascinerebbe il principale membro della NATO – gli USA – in guerra.
Non è un dettaglio da poco: le Hawaii ospitano alcuni dei più importanti avamposti militari USA nella regione, tra cui la base navale di Pearl Harbour e il quartier generale del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti, impegnato in prima linea a fronteggiare le potenze rivali di Cina e Corea del Nord.
Da ormai due anni il presidente statunitense Joe Biden dichiara che Washington difenderà Taiwan in caso di invasione cinese, esponendo le Hawaii al rischio di strike analoghi a quello giapponese del 1941. Il New York Post sostiene che l’accumulo di missili delle truppe di Pechino nella regione indo-pacifica sia ormai così vasto che gli Stati Uniti non sarebbero in grado di fermare un attacco cinese in stile Pearl Harbor nemmeno se spostassero tutti i sistemi di difesa missilistica altrove presenti in Asia.
A suonare il campanello d’allarme è stato anche l’alto ufficiale della difesa giapponese Yasuhide Nakayama, che nel 2021 ha dichiarato all’Hudson Institute che Pechino, con l’aiuto di Mosca, potrebbe colpire le Hawaii in modo simile a Pearl Harbor agli albori della guerra con Taiwan.