Che Mosca possa attaccare la NATO è una “sciocchezza”. Parola del presidente russo Vladimir Putin, che giovedì mattina, rivolgendosi ai piloti dell’aeronautica militare, ha ribadito che uno scontro aperto con l’Alleanza non è all’ordine del giorno.
“L’idea che attaccheremo qualche altro Paese – persino la Polonia, gli Stati baltici e la Repubblica Ceca sono spaventati – è una completa assurdità. Sono solo sciocchezze”, ha affermato il 71enne pietroburghese recentemente rieletto per un altro mandato al termine di contestate elezioni-plebiscito – sottolineando come gli Stati Uniti, da soli, spendano in difesa una somma 10 volte superiore alla Russia.
Rispondendo poi al ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che in mattinata aveva salutato il sempre più prossimo utilizzo di caccia militari occidentali F-16 da parte dell’aviazione di Kyiv, Putin non si è scomposto. Anzi, lo ‘zar’ è certo: “Non cambierà nulla sul campo di battaglia (…), distruggeremo gli aerei proprio come oggi distruggiamo carri armati, veicoli blindati e altre attrezzature, compresi i lanciarazzi multipli”.
Ad attirare l’attenzione degli analisti è stato peraltro un passaggio controverso delle parole del presidente russo. Quello in cui l’uomo forte del Cremlino ha sostenuto che Mosca sarà legittimata ad abbattere i suddetti jet militari anche qualora saranno utilizzati da basi aeree di Paesi terzi, “ovunque si trovino“.
Nei prossimi mesi Kyiv dovrebbe infatti ricevere circa 42 jet, forniti anzitutto da Belgio, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi. Considerato l’alto valore tattico ed economico degli F-16 – ciascun esemplare vale circa 63 milioni -, metterli al riparo dai bombardamenti russi rende necessario predisporre vasti hangar e piste con elevati standard di sicurezza. Condizioni che, a detta degli esperti, attualmente l’aviazione ucraina non è in grado di soddisfare.
Indi il monito di Putin: qualora i Paesi occidentali si offrano di ospitare caccia militari per conto di Kyiv, i Sukhoi di Mosca avranno il “diritto” (ma non l’obbligo) di colpire dette basi.
C’è poi anche una questione accessoria. “Gli F-16 sono in grado di trasportare armi nucleari, e dovremo tenerne conto anche nell’organizzazione delle nostre operazioni di combattimento”, ha aggiunto Putin.
Uno strike nucleare ucraino contro i russi è comunque ritenuta una prospettiva assai improbabile. Kyiv non dispone infatti di questo tipo di armamenti e dovrebbe perciò richiederli alla NATO. Quest’ultima, peraltro, non avrebbe però alcun interesse ad estendere il conflitto e a ‘nuclearizzarlo’ – con tutte le implicazioni potenzialmente apocalittiche del caso.
L’impiego effettivo di F-16 nel conflitto ucraino è atteso entro la fine dell’anno. Per ottimizzare i tempi, da mesi numerosi Paesi occidentali hanno invitato i top gun di Kyiv a fare pratica in Europa con istruttori locali.
A fare la sua parte è stata anche la Repubblica Ceca, che la scorsa estate ha fornito a Kyiv dei simulatori di volo. L’attivismo di Praga si è manifestato anche nelle ultime settimane, con il Governo di Petr Fiala a patrocinare una raccolta fondi europea per armare l’Ucraina e ovviare allo stop di aiuti da parte degli Stati Uniti.
Il Paese mitteleuropeo sta attualmente agendo tanto come produttore quanto come centro di smistamento di munizioni – producendo sistemi di difesa aerea e veicoli, da un lato, e, dall’altro, raccogliendo carri armati, artiglieria e proiettili da tutto il mondo per poi ammodernarli e consegnarli proprio all’alleato est-europeo.