Una larga maggioranza dell’opinione pubblica statunitense non approva più l’azione israeliana a Gaza. A dimostrarlo è un sondaggio Gallup pubblicato mercoledì: da novembre l’approvazione per la campagna bellica nella Striscia è scesa dal 50% al 36%, mentre la percentuale di chi si dice esplicitamente contrario è salita dal 45% al 55%.
Un dato rilevante è che il consenso è sceso trasversalmente agli schieramenti politici. Il calo di approvazione è chiaramente più marcato nel campo democratico e in quello indipendente, dove il crollo è stato di 18 punti percentuali (rispettivamente dal 36 al 18% e dal 47 al 29%). Anche i repubblicani, tuttavia, sono sempre meno solidali con lo Stato ebraico, facendo registrare un calo del 7% – anche se la maggioranza degli elettori GOP continua a simpatizzare con Tel Aviv (64%).
Il 74% degli adulti, inoltre, dichiara di seguire da vicino le notizie sulla situazione tra Israele e Hamas – un dato simile al 72% rilevato da Gallup a novembre.
Altri sondaggi dimostrano come la metà degli adulti statunitensi ritenga che la risposta militare di Israele a Gaza sia “andata troppo oltre”, secondo un sondaggio AP/NORC pubblicato all’inizio di febbraio.
Il sondaggio arriva in un momento di gelo tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’amministrazione Biden, ai ferri corti sulla risposta sproporzionata degli israeliani contro i civili palestinesi e sugli imminenti piani di Tsahal di allargare le operazioni anche nella popolatissima città meridionale di Rafah.
All’inizio di questa settimana il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato a Gaza durante il mese sacro del Ramadan. La decisione USA di astenersi anziché esercitare il proprio potere di veto ha convinto Netanyahu a cancellare la visita di una delegazione di alti funzionari israeliani a Washington (dove avrebbero dovuto discutere proprio della situazione a Rafah).
Secondo il ministero della Sanità facente capo ad Hamas, dal 7 ottobre ci sono stati più di 32.200 morti e più di 74.500 feriti tra i palestinesi a causa di devastazione diffusa e carenza di beni di prima necessità.