L’ok di Ankara all’adesione della Svezia alla NATO spiana i rapporti USA-Turchia, accelerando gli scambi militari tra i due Paesi. Dopo la firma per la vendita da parte di Washington ad Ankara di aerei da guerra F-16, missili e bombe, è in corso ora una trattativa per aumentare gli acquisti di esplosivi turchi da fornire all’Ucraina per incrementare la produzione di proiettili d’artiglieria di Kyiv.
Le forniture di tritolo, noto come TNT, e di nitroguanidina, utilizzata come propellente, sono cruciali per la produzione delle munizioni calibro 155 mm standard della NATO. La Turchia è già sulla buona strada per diventare il maggior venditore di proiettili d’artiglieria agli Stati Uniti già da quest’anno.
Il Pentagono ha dichiarato a fine febbraio di aver commissionato all’azienda virginiana General Dynamics Ordnance and Tactical Systems, insieme ad alcuni subappaltatori turchi, la costruzione di tre linee di componenti metallici per proiettili da 155 mm in uno stabilimento in Texas.
Entro il 2025, si prevede che il 30% di tutti i proiettili d’artiglieria da 155 mm prodotti negli Stati Uniti sarà prodotto dall’azienda di difesa turca Repkon, secondo quanto riporta Bloomberg.
In un annuncio riguardante la collaborazione con Ankara e l’investimento in Texas, il Pentagono ha dichiarato che la collaborazione con gli alleati “è fondamentale per costruire una base industriale di difesa globale”.
La rinnovata collaborazione tra Ankara e Washington fa inoltre da sfondo alla visita alla Casa Bianca che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato per maggio: sarà la prima volta che il ‘sultano’ incontrerà Joe Biden a Washington da quando il leader USA è entrato in carica.