E così, una delle vicende più controverse del nostro calcio finisce con un nulla di fatto. La Procura federale ha infatti assolto il difensore dell’Inter Francesco Acerbi per assenza di prove. Secondo la giustizia sportiva, non vi sarebbe alcun frame in grado di fare luce sull’episodio che ha visto protagonista il trentaseienne e Juan Jesus, centrale del Napoli, che aveva accusato il giocatore interista di averlo chiamato “ne*ro”, durante la sfida dello scorso 17 marzo a San Siro.
Quindi ricapitolando: in piena epoca VAR, dove le telecamere riprendono i calciatori fin dentro gli spogliatoi, la Procura non è riuscita a trovare neanche una immagine che possa fare chiarezza sull’episodio. Può sembrare assurdo, ma è così. Juan Jesus forse si è immaginato tutto, o più semplicemente ha travisato le parole dell’avversario, che, stando alla sua versione dei fatti, gli avrebbe solo detto “Ti faccio nero”, dopo un contrasto di gioco.
Naturalmente, da diverse ore, la sentenza del giudice sportivo sta scatenando le reazioni più diverse nel Paese, dove il calcio è e resterà sempre l’argomento prediletto. Qui, però, non si tratta più solo di sport. In molti, infatti, si stanno interrogando sempre più frequentemente sulla credibilità di questa federazione. Possibile che, nel 2024, “Keep Racism Out” non sia altro che una patch da stampare sulle maglie delle 20 squadre della Serie A? Sarebbe forse arrivato il momento di prendere seri provvedimenti, o comunque di indagare più a fondo, quando accadono episodi di questo tipo? Ai posteri, l’ardua sentenza.

ANSA / MATTEO BAZZI
Durissima, in tal senso, la presa di posizione da parte del Napoli, schieratosi in difesa del suo centrale difensivo brasiliano. La società capitanata da Aurelio De Laurentiis ha infatti comunicato: “Il signor Acerbi non è stato sanzionato. A questo punto il colpevole dovrebbe, per la “giustizia” sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza. Restiamo basiti”.
Il club partenopeo ha inoltre aggiunto: “Se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte…dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla “giustizia” sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione”.
Dopo aver preso atto della sentenza del giudice sportivo, secondo diversi media italiani, il numero 5 degli azzurri, sicuro di essere stato insultato per il colore della propria pelle, starebbe valutando l’ipotesi di una denuncia penale nei confronti di Acerbi. A sua volta, il difensore dell’Inter potrebbe presto rilasciare delle dichiarazioni pubbliche per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto.