L’autopsia ha rivelato le cause della morte del popolare gufo Flaco, tanto amato dai newyorkesi che si divertivano a fotografarlo: il volatile, un magnifico esemplare di gufo reale euroasiatico era fuggito quasi un anno fa dallo dallo zoo di Central Park, per vivere nello spazio urbano fino a quando lo scorso 23 febbraio era stato ritrovato morto in un cortile di Manhattan dopo essersi schiantato contro un edificio.
Mentre l’autopsia iniziale mostrava che la causa della morte era da attribuirsi al trauma dell’impatto, ulteriori test hanno rivelato che “ulteriori condizioni mediche significative potrebbero aver contribuito alla collisione”, secondo quanto dichiarato dai veterinari dello zoo.
Gli esami del sangue hanno evidenziato infatti che Flaco era stato esposto a quattro diversi veleni per topi e aveva un caso “grave” di herpesvirus del piccione che gli aveva danneggiato cervello, fegato, milza e altri organi.
Secondo quanto dichiarato nella documentazione medica, “Questi fattori sarebbero stati debilitanti e alla fine fatali, anche senza lesioni traumatiche. La grave malattia e la morte di Flaco sono in definitiva attribuite a una combinazione di fattori – malattie infettive, esposizione a tossine e lesioni traumatiche – che sottolineano i rischi affrontati dagli uccelli selvatici, soprattutto in ambiente urbano”.
Adesso i funzionari dello zoo attribuiscono la colpa al vandalo che ha tagliato il suo recinto “liberandolo” dopo 13 anni di cattività. Tuttavia non si riesce a risalire al colpevole. Anche se Flaco si era adattato egregiamente alla vita cittadina comportandosi da abile predatore come nella sua natura, alcuni esperti avevano già manifestato la loro preoccupazione sulla probabilità che potesse ingerire topi avvelenati o animali infetti, cosa che purtroppo si è verificata.
David Barrett, un appassionato di volatili che vive a New York e gestisce una pagina sui social in cui documentava i movimenti di Flaco, temeva che il gufo fosse malato perché da diversi giorni aveva già smesso di emettere richiami notturni dai tetti della città.