Truth Social, la piattaforma di messaggistica fondata nel febbraio 2022 da Donald Trump dopo essere stato oscurato da Facebook e Twitter, inizierà a essere scambiata oggi a Wall Street con la sigla “DJT” – dalle iniziali del suo artefice.
La società ha infatti rilevato le azioni detenute da Digital World Acquisition, la società partner con la quale venerdì è stata approvata la fusione, e che nelle scorse ore ha visto il prezzo delle sue azioni salire di oltre il 35%.
Al prezzo di chiusura di lunedì, la posizione di Trump in Trump Media, che ammonta a circa 78 milioni di azioni (ovvero il 60% della società) è valutata oltre 3,9 miliardi di dollari. Secondo Bloomberg, il patrimonio netto di Trump è cresciuto in modo significativo grazie all’azienda, facendo entrare per la prima volta nella lista delle 500 persone più ricche del mondo.
I potenziali guadagni potrebbero dar sollievo ai finanziamenti per la corsa alla Casa Bianca, particolarmente ristretti dopo che l’ex presidente è stato condannato a pagare una multa da 175 milioni di dollari da versare in 10 giorni per aver commesso frodi immobiliari, alterando il valore delle sue proprietà.
Come avevamo già spiegato in questo articolo, esistono tuttavia anche potenziali limiti sulla quantità di azioni che Trump potrebbe vendere in un periodo di tre mesi, legati al volume degli scambi settimanali e al numero di azioni in circolazione. Proprio il timore che l’ex presidente, a corto di liquidità, cominci a vendere le sue azioni sta atterrando gli scambi di Dwac. Altri cosiddetti titoli meme, spinti al rialzo da piccoli investitori, sono crollati in seguito alla loro drammatica corsa. Fusioni sullo stile di quella adottata da Dwac e da Trump Media sono state accantonate dopo che la bolla di centinaia di startup quotate in borsa tra il 2020 e il 2021 è scoppiata a causa del crollo dei prezzi delle azioni e del controllo normativo.
L’ex presidente torna così alla guida di una società quotata in borsa. L’ultima volta non è andata bene. Nel 199 Trump portò in borsa la sua Trump Hotels & Casino Resorts con un’IPO. Inizialmente le azioni ottennero un buon risultato, passando dal prezzo dell’IPO di 14 dollari a un massimo di 35 dollari per azione. Ma il titolo crollò negli anni successivi, arrivando a essere scambiato per pochi centesimi.