Niente più social network per i ragazzini della Florida. Il governatore repubblicano Ron DeSantis, infatti, ha firmato lunedì una legge che vieta ai minori di 14 anni di iscriversi ai social media nello Stato. Coloro che, invece, hanno 14 o 15 anni dovranno avere il consenso di un genitore prima di registrarsi ad una piattaforma.
Il ddl HB3, impone inoltre alle società di social media di cancellare gli account esistenti dei minori in questione. Le aziende che non lo faranno possono essere citate in giudizio per conto del ragazzino che crea un account sulla piattaforma. Secondo il disegno di legge, al minore potrebbero essere riconosciuti fino a 10.000 dollari di danni. Le società sarebbero inoltre responsabili fino a 50.000 dollari per ogni violazione, e dovranno provvedere al pagamento delle spese legali e processuali.
La HB3, che dovrebbe entrare in vigore nel gennaio 2025, arriva mentre gli sforzi per regolamentare l’uso dei social media continuano a crescere negli Stati Uniti, tra le preoccupazioni di alcuni genitori che ritengono che le piattaforme non facciano abbastanza per tenere al sicuro i loro figli dai pericoli del web. “Stiamo cercando di aiutare i genitori a navigare in questo terreno molto difficile, mentre si trovano ad ‘affrontare’ la crescita dei rispettivi ragazzi”, ha dichiarato il governatore della Florida, “apprezzo il lavoro che è stato fatto”.
Nel recete passato, DeSantis aveva posto il veto a una versione ancor più restrittiva della legge, che avrebbe vietato gli account ai minori di 16 anni. Quella proposta richiedeva inoltre ai residenti della Florida presentare un documento d’identità per poter accedere alle diverse piattaforme.
Secondo il presidente della Camera della Florida, Paul Renner, e altri sostenitori della nuova legge, l’uso dei social media può danneggiare la salute mentale dei bambini e può portare i predatori sessuali a comunicare con i minori.
“Nessuno di noi può permettersi di restare in disparte su questo argomento”, ha dichiarato lo stesso Renner in occasione della firma della legge, “In questo ddl non c’è una riga che parli di discorsi buoni o cattivi, perché ciò violerebbe il Primo Emendamento. Quello che abbiamo affrontato sono le caratteristiche della dipendenza che sono alla base del motivo per cui i ragazzini restano su queste piattaforme per ore e ore”.