Sono morti i sei operai dispersi dopo il drammatico crollo del ponte Francis Scott Key di Baltimora, colpito nella notte tra lunedì e martedì da una nave cargo. I sommozzatori però ne hanno recuperati solo 2.
Le autorità amwericane hanno recuprtato intanto la scatoila nera della nave Mali e la stanno esaminando
Martedì, 2 degli 8 dispersi nello schianto che ha fatto crollare il ponte erano stati estratti dalle acque gelide dai soccorritori. Uno di loro è stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni, l’altro è riuscito a raggiungere la riva a nuoto. Secondo il Consolato messicano di Washington, tra le sei persone che si ritiene siano morte ci sarebbero immigrati provenienti da Messico, Guatemala ed El Salvador che stavano riparando alcune buche sul manto stradale della struttura che collega le due parti di Blatimora e permetteva il passaggio di oltre 30,000 pendolari al giorno occupati nell’immenso bacino marittimo che adesso sè stato bloccato e sta mettendo in crisi l’intera economia del Marylan e di diversi stati americani.
Per ore i sommozzatori della Guardia Costiera statunitense stanno pattugliando da cima a fondo le gelide e profonde acque del fiume per recuperare almeno i corpi delle vittime sbalzati in acqua da 30 metri di altezza. Gli specialisti “sono laggiù nell’oscurità, dove possono letteralmente vedere appena 30 cm davanti a loro, e stanno cercando di nnuotare attraverso metalli contorti”, ha detto il governatore del Maryland Wes Moore.
Sul cargo ci sarebbero anche 56 container con materiale tossico.
Poco prima della collisione, emerge intanto come la nave lunga 289 metri avrebbe dichiarato mayday per aver perso la propulsione. Poi, il capitano avrebbe gettato l’ancora nel tentativo di rallentarne la velocità, consentendo alle autorità di terra di fermare in tempo il traffico sul ponte – ed evitando così una carneficina. Sono stati 90 secondi di puro orrore perchè tutti hanno vcapito che lo schianto sarebbe stato inevitabile. Dopo l’impatto, l’imponente nave mercantile ha preso fuoco ed è parzialmente affondata.
Dalla Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha dichiarato martedì che intende recarsi a Baltimora “il più rapidamente possibile”, annunciando che il Governo federale si assumerà l’intero costo della ricostruzione del ponte. “Ricostruiremo quel porto insieme”, ha aggiunto il presidente Usa.

Le autorità del Maryland hanno precauzionalmente sospeso tutto il traffico da e per il porto di Baltimora – uno dei più importanti snodi infrastrutturali della costa orientale USA e il più trafficato del Paese per quanto riguarda le spedizioni di automobili, con oltre 850.000 veicoli movimentati l’anno.
Secondo gli esperti, lo stop potrebbe avere effetti nefasti per le catene di approvvigionamento alimentare della costa nordorientale. Non solo per il settore automotive ma anche per l’importazione di carbone e zucchero.
“Era qualcosa di simile a un film d’azione, qualcosa che non avrei mai pensato di vedere”, ha commentato a caldo il sindaco di Baltimora Brandon Scott.
Come riportato da diversi media statunitensi, la nave aveva la bandiera di Singapore: era salpata da poco da Baltimora, diretta verso lo Sri Lanka. Naturalmente, dopo le diverse segnalazioni al 911, sul posto si sono precipitate, oltre ai vigili del fuoco, le forze dell’ordine cittadine e la Guardia Costiera nazionale. “Allarme traffico a Baltimora, evitare la I-695 nel corridoio sud-est. Crollo del I-695 Key Bridge a causa dell’urto di una nave”, hanno comunicato le autorità del Maryland su X, “Pregate per le persone colpite”. Nel frattempo, decine di sommozzatori erano gia al lavoro, in cerca dei dispersi.
Il ponte in questione era stato inaugurato nel 1977, prendendo il nome dell’autore dell’inno nazionale americano: era lungo poco meno di tre chilometri, e consentiva agli utenti del traffico di attraversare il fiume Patapsco senza passare necessariamente per l’area portuale della città.
Le immagini di martedì ricordano da vicino quanto accaduto nel 2007, quando il ponte I-35W di Minneapolis crollò nel fiume Mississippi, causando 13 vittime.