Fuori le bancarelle sono gialle, rosse, blu e si parla spagnolo. Dentro domina solo l’azzurro e i cori si cantano in italiano, dal 3’ col gol di Pellegrini fino al 94’ con quello di Barella. L’Italia vince anche la seconda amichevole della tournée americana contro l’Ecuador alla Red Bull Arena in New Jersey. Giovedì 21 marzo la Nazionale aveva battuto il Venezuela 2-1 a Fort Lauderdale, Miami. Un’ottima parentesi in previsione di UEFA Euro 2024 a luglio e la prossima partita a inizio giugno contro la Turchia – due mesi di pausa dalla maglia azzurra per dare modo ai giocatori di concentrarsi solo sulla Serie A.
“Siamo stati bravi a far giocare praticamente tutti i calciatori, in modo equilibrato senza far sforzare troppo nessuno”, ha commentato il CT Spalletti soddisfatto di come si è comportata la squadra fuori e dentro al campo. In questo caso, la formazione prevedeva un 3-4-2-1 con gli esordienti Vicario in porta e Bellanova in difesa. Nel corso dei 90’ ci sono state diverse sostituzioni: Di Lorenzo è entrato al posto di Bellanova al 46’; Pellegrini e Jorginho hanno sostituito Frattesi e Locatelli al 67’; Raspadori e Zaniolo hanno lasciato spazio a Retegui e Orsolini al 75’; e Dimarco è uscito per Cambiaso al 88’.


“Torniamo in Italia con la consapevolezza che molti di questi giocatori faranno parte della convocazione finale – ha continuato Spalletti. – C’è ancora qualcuno fra quelli che ho lasciato a casa che potrebbe essere dentro – Acerbi, per esempio. – Siamo alla ricerca di calciatori duttili che sappiano coprire più ruoli. In generale, è stata una tournée difficoltosa per le distanze e le tempistiche, ma la federazione ha organizzato tutto nei minimi dettagli. Sono molto soddisfatto di come si è comportata la squadra fuori e dentro al campo stando a tutti gli appuntamenti previsti”.
E sono stati diversi, soprattutto da quando i giocatori sono arrivati a New York. Venerdì sera, l’aperitivo a Spring Place organizzato da NIAF ha accolto gli Azzurri appena atterrati da Fort Lauderdale dopo la vittoria con il Venezuela. Sabato mattina parte della squadra era impegnata in un Meet & Greet all’Adidas Store sulla Fifth Avenue, mentre Darmian, Retegui e Zaniolo erano al Pele Soccer Club a Times Square per un incontro super esclusivo: per 85 dollari, i fan hanno potuto salutare i loro idoli, scattarci delle foto e ricevere una maglia e altri gadget della Nazionale. I biglietti sono andati sold out in poco tempo. Intanto la dirigenza – il presidente FIGC Gabriele Gravina e il capo delegazione Gianluigi Buffon – era al palazzo della Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite insieme all’ambasciatore Maurizio Massari. Poi da sabato pomeriggio sono ripresi gli allenamenti. Unica interruzione: la benedizione di don Luigi Portarulo la domenica mattina come auspicio e protezione per la giornata.
Il CT Spalletti – VNY Media
Sono passati quasi vent’anni di assenza dall’ultima volta che l’Italia ha giocato in campo statunitense – e, per coincidenza, l’ultima partita fu proprio contro l’Ecuador –, ma il calore dei tifosi italiani e italoamericani non si è mai spento. “È stato bello vedere i nostri calciatori rendersi conto che l’amore per la squadra proviene da tutte le parti – ha dichiarato Spalletti. – Ed è ancora più importante restituire questo affetto avendo l’onore di vestire questa maglia. È stato emozionante soprattutto quando siamo arrivati qui a New York: c’era gente dappertutto, chi ci ha seguito nell’albergo, chi ha chiesto autografi a tutti”.
Il supporto alla Nazionale scorre nel sangue e attraverso il DNA, una tradizione che si trasmette di padre in figlio. Così ha fatto Joe con il suo bambino. L’uomo addosso ha la maglia di Gattuso: “La comprai nel 2005, quando l’Italia si scontrò con l’Ecuador al Giants Stadium qui a New York prima dei Mondiali”, ha detto in inglese. “Vidi gli Azzurri per la prima volta nel ‘94 contro l’Irlanda. Mi ci portò mio padre e così non potevo permettermi di mancare questo appuntamento”.

