Dicendo addio a Maurizio Pollini salutiamo un pezzo della storia musicale interpretativa del Novecento. Il grande pianista è morto a 82 anni; la notizia viene dal Teatro alla Scala di Milano, che celebra “un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant’anni”. A Milano era nato dall’architetto razionalista Gino Pollini e dalla musicista Renata Melotti, a Milano se ne è andato; in mezzo una carriera internazionale che lo ha portato a tutte le latitudini, sublime interprete fra l’altro di Bach, Chopin, Debussy in un repertorio che spaziava in tutta la letteratura pianistica anche contemporanea.
Allievo di Carlo Vidusso e Arturo Benedetti Michelangeli, il talento musicale straordinario lo aveva dimostrato fin da bambino e si diplomò al Conservatorio Verdi di Milano.

Nel 1957 vinse il secondo premio al Concorso Internazionale di Ginevra; quell’anno, il primo premio andò a Martha Argerich, altro straordinario talento di quella generazione. Nel 1960 la consacrazione con la vittoria del più prestigioso dei premi pianistici, il concorso Chopin di Varsavia; pare che Arthur Rubinstein abbia detto agli altri giudici “suona tecnicamente già meglio di tutti noi”.
Alla padronanza assoluta, cristallina dello strumento, Pollini univa una sensibilità musicale duttile e profonda che gli consentiva di innovare e di andare a cercare le corde più delicate dell’emozione dell’ascolto. Cominciò a registrare per la Emi proprio con Chopin, ma per evitare di essere etichettato come “chopiniano” si fermò un anno e mezzo per studiare le partiture classiche, romantiche e contemporanee.
Nel 1968 debuttò negli Stati Uniti, del 1974 fu la prima tournée in Giappone nel 1974. Dopo il 1980, intraprese, seppure in rare occasioni, l’attività di direttore d’orchestra.
L’appartenenza a una famiglia della borghesia illuminata milanese aveva influito sulla sua vasta formazione extra-musicale; nel corso della vita si è impegnato nel sociale e in campo politico, con una passione per la scienza che lo spinse anche a tentare una laurea in fisica. Pollini era sposato con la pianista Marilisa Marzotto (i due si erano conosciuti a una lezione di armonia a 11 anni), anche lei allieva di Benedetti Michelangeli. Hanno avuto un figlio, Daniele, stimato pianista e compositore.
Ha realizzato moltissime “integrali” fra cui quella delle sonate di Beethoven. Negli ultimi anni l’attività concertistica è stata travagliata dai problemi di salute. II 24 agosto 2022 il recital in onore dei suoi 80 anni a Salisburgo, viene annullato con il pubblico in sala, a causa di “acuti problemi cardiovascolari”. Il 29 ottobre, di nuovo in forze, Pollini tiene un recital a Firenze, ultima apparizione pubblica nel 2022. Nella notte a cavallo tra il 4 e il 5 novembre, il maestro ha un malore che lo costringe in ospedale; di conseguenza, tutti i concerti precedentemente in programma sono rimandati a data da definirsi.
Il 13 febbraio 2023 aveva tenuto il primo recital dell’anno alla Scala di Milano (Nono, Schönberg, Chopin): per la prima volta, però, aveva utilizzato lo spartito per leggere sia Schönberg che Chopin.