Dalla fusione con la società di social media proprietaria di Truth Social, Trump Media & Technology Group, la Digital World Acquisition Corporation (Dwac) non ne sta uscendo bene. La nuova società, Special Acquisition Company (SPAC), creata per raccogliere fondi sui mercati, sta infatti perdendo a Wall Street oltre il 5%, mentre in apertura di seduta le perdite si attestavano al 12%.
Venerdì mattina gli azionisti di Dwac hanno approvato la nascita di questa nuova società che consentirà a Truth Social di essere quotata a Wall Street, già a partire dalla prossima settimana con il simbolo azionario DJT, le iniziali dell’ex presidente Donald Trump e una valutazione di mercato stratosferica, pari a 5,5 miliardi di dollari. Questo valore, nonostante i pochi utenti, e le scarse entrate di quella che doveva essere l’alternativa a Twitter sono il risultato dell’acquisto frenetico da parte di gruppi di sostenitori di Trump di azioni di Dwac, come già accaduto in altri casi di “azioni meme” per Gamestop. L’ex presidente ne possiederà quasi 80 milioni per una quota approssimativa di tre miliardi di dollari: circa il 60% della società.
Questa inaspettata manna per Trump, per quanto enorme, non potrà essere riscossa immediatamente, almeno non secondo i termini attuali dell’accordo, poiché l’ex presidente non potrà vendere le azioni della società per almeno sei mesi. Le deroghe all’accordo potrebbero essere comunque concesse dal Consiglio di amministrazione della società dove siedono sette fedelissimi di Trump, incluso il figlio Donald Jr. e Devin Nunes, ex deputato, gestore di Truth Social e ora amministratore delegato della nuova società. I potenziali guadagni potrebbero dar sollievo ai finanziamenti per la corsa alla Casa Bianca, particolarmente ristretti dopo che il procuratore generale di New York, Letitia James, attende per lunedì, di riscuotere una multa da 454 milioni di dollari, comminata all’ex presidente per aver commesso frodi immobiliari, alterando il valore delle sue proprietà.
Esistono tuttavia anche potenziali limiti sulla quantità di azioni che Trump potrebbe vendere in un periodo di tre mesi, legati al volume degli scambi settimanali e al numero di azioni in circolazione. Proprio il timore che l’ex presidente, a corto di liquidità, cominci a vendere le sue azioni sta atterrando gli scambi di Dwac. Altri cosiddetti titoli meme, spinti al rialzo da piccoli investitori, sono crollati in seguito alla loro drammatica corsa. Fusioni sullo stile di quella adottata da Dwac e da Trump Media sono state accantonate dopo che la bolla di centinaia di startup quotate in borsa tra il 2020 e il 2021 è scoppiata a causa del crollo dei prezzi delle azioni e del controllo normativo.
Il voto di oggi comunque conclude una saga durata 2 anni e mezzo per rendere pubblica Truth Social, che includeva accuse di insider trading e una multa per risolvere un’indagine della Securities and Exchange Commission, l’autorità di controllo della Borsa. Le azioni di Dwac hanno guadagnato oltre il 150% quest’anno alla notizia della possibile nomina di Trump come candidato repubblicano. Oggi però per la società si annunciano più perdite che guadagni.