L’accordo c’è, ma ancora manca il voto.
I leader del Congresso di entrambi i partiti hanno trovato una intesa, con sei mesi di ritardo, per il pacchetto di spesa da 1.200 miliardi di dollari, che deve essere approvato prima che scada il finanziamento domani a mezzanotte.
Il Congresso è già in ritardo di sei mesi per l’approvazione della spesa pubblica e finora i finanziamenti sono stati fatti con leggi-ponte che temporaneamente stanziavano i fondi.
La proposta di legge ricalca in gran parte l’accordo raggiunto a maggio 2023 alla Casa Banca, che venne poi contestato dalla distruttiva ala trumpiana della Camera togliendo la fiducia al leader Kevin McCarthy, gettando il Congresso in una crisi istituzionale senza precedenti. Ora, sei mesi dopo, salvo qualche modifica, quelle stesse proposte di legge sono state ripresentate.
L’approvazione dell’accordo però potrebbe slittare ancora a causa di una serie di arcane regole del Congresso che impone 72 ore di “riflessione” prima del voto per dar modo ai parlamentari di rivedere il testo della legge. A questo proposito lo speaker della Camera Mike Johnson ha detto che intende emendare questa regola. L’ostacolo potrebbe venire dal Senato dove un solo voto contrario forzerebbe il dibattito e inevitabilmente ritarderebbe il voto finale.
La misura finanziaria è composta da due separate proposte. La prima è stata già approvata dal Congresso due settimane fa. Ora i parlamentari sono alle prese con la seconda, più ampia, che comprende quasi 886 miliardi di dollari per la difesa, un aumento del 3% circa rispetto alla spesa dello scorso anno. Il disegno di legge finanzia anche i Dipartimenti della Sicurezza Nazionale, della Salute e dei Servizi Umani, del Lavoro e altri, con spese non legate alla difesa.
Questa mattina in un incontro a porte chiuse con i legislatori repubblicani, lo speaker Mike Johnson ha descritto alcuni dei cambiamenti politici che i repubblicani alla Camera sono riusciti a ottenere negli ultimi negoziati, incluso il divieto di finanziamento per l’agenzia delle Nazioni Unite UNRWA fino a marzo 2025.
“La questione della sicurezza alla frontiera è stata la più difficile da negoziare perché i due partiti hanno contrastanti vedute”, ha detto Johnson alla conferenza stampa settimanale della leadership repubblicana. “Penso che il prodotto finale sia qualcosa in cui siamo stati in grado di ottenere risultati concreti”. Il voto è previsto alla Camera per domani. Il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer ha detto che subito dopo lo presenterà al Senato.

“Ci siamo dovuti attenere ad alcune linee guida difficili e combattere letteralmente centinaia di proposte “velenose”, per non parlare di alcuni tagli davvero impensabili, proposti dai repubblicani della Camera”, ha affermato la senatrice Patty Murray, presidente democratica degli Stanziamenti del Senato “Ma ora abbiamo un buon disegno di legge bipartisan che protegge gli investimenti assolutamente essenziali per il Paese”.
I membri della House Freedom Caucus, la coalizione trumpiana, hanno cercato di bloccare la proposta garantendo che i tagli alla spesa del Fiscal Responsability Act che imponeva che se un bilancio governativo permanente non fosse stato adottato entro il 1° gennaio, la spesa sarebbe stata automaticamente tagliata di 4 miliardi di dollari il 30 aprile.
Uno dei cambiamenti di cui i parlamentari repubblicani sono particolarmente fieri è stato il divieto, fino a marzo 2025, dei finanziamenti alla United Nations Relief and Works Agency, che è il principale fornitore di cibo, acqua e alloggi per i civili a Gaza. I repubblicani insistono per tagliare i finanziamenti all’agenzia dopo che Israele ha affermato che una dozzina di dipendenti dell’agenzia delle NazioniUnite erano coinvolti nell’attacco condotto da Hamas in Israele. Gli Stati Uniti sono tra i principali donatori dell’agenzia, fornendole circa 364 milioni di dollari nel 2022 e 371 milioni di dollari nel 2023. Dopo che Israele ha lanciato le accuse l’amministrazione Biden ha sospeso i finanziamenti all’agenzia. I repubblicani cercano un divieto più duraturo. Ma questo divieto preoccupa alcuni legislatori e anche la Casa Bianca perché molte agenzie umanitarie affermano che non c’è modo di sostituire la capacità di fornire l’assistenza umanitaria delle Nazioni Unite a Gaza, dove un quarto dei 2,3 milioni di residenti sta morendo di fame. Le decisioni del Congressso hanno anche risvolti elettorali per il presidente Biden confrontato dal voto di protesta in alcuni Stati nelle primarie per l’appoggio incondizionato a Israele che potrebbe aumentare con i tagli al finanziamento degli aiuti umanitari.
Johnson ha anche pubblicizzato davanti ai colleghi un taglio del 6% ai programmi di aiuti esteri e imposto che solo la bandiera americana potrà sventolare sulle strutture diplomatiche statunitensi all’estero eliminando la decisione dell’amministrazione Biden che permetteva che oltre alla bandiera americana potesse sventolare anche quella arcobaleno a sostegno della comunità LGBTQ.
Johnson ha detto che dopo l’approvazione del pacchetto di spesa, la Camera rivolgerà la sua attenzione a un disegno di legge che si concentri sugli aiuti all’Ucraina e a Israele. Il Senato ha già approvato un pacchetto di aiuti da 95,3 miliardi di dollari per Ucraina, Israele e Taiwan, ma Johnson ha rifiutato di sottoporlo al voto alla Camera.