L’Alabama è diventato l’ultimo Stato in ordine di tempo ad aver approvato un provvedimento che cancella i programmi di diversità, equità e inclusione (DEI).
Il disegno di legge, che scatta in ottobre, proibisce agli enti pubblici, alle università, al sistema scolastico di sponsorizzare e finanziare programmi per favorire la diversità, l’equità e l’inclusione, definiti come “classi, tirocini, programmi ed eventi la cui frequenza è basata sulla razza, l’identità di genere, l’etnicità, l’origine nazionale o l’orientamento sessuale di una persona”. Inoltre, richiede agli istituti di istruzione superiore di “designare i servizi igienici sulla base del sesso biologico”, in una chiara resistenza contro gli studenti trans.
Lo Stato del profondo Sud si unisce così all’ondata che vuole distruggere i programmi di “affirmative action”, che per decenni negli Stati Uniti hanno facilitato con l’uso di quote l’ingresso delle minoranze etniche nelle università; ma blocca anche la diversità basata sul genere.
Del resto lo scorso giugno anche la Corte Suprema degli Stati Uniti – dove la maggioranza è conservatrice con i tre giudici di nomina trumpiana – si è espressa contro i programmi di “affirmative action” nelle università.
Almeno altri sei Stati hanno firmato proposte di legge simili mentre un’altra dozzina di Stati, tutti conservatori, le stanno prendendo in considerazione. La versione della Florida della legge, in discussione, è detta lo “Stop Woke Act” ma è stata per ora bloccata da una Corte d’Appello.
Gli studenti delle università di tutto l’Alabama si sono opposti alla legge, organizzando anche una manifestazione. L’American Civil Liberties Union of Alabama ha denunciato la legge, sottolineando che continuerà a lottare per i diritti e le libertà di tutti i cittadini dell’Alabama.
Il dibattito parlamentare a Montgomery, capitale dell’Alabama, ha messo in netto rilievo la profonda polarizzazione di strategie e punti di vista sul mondo fra i repubblicani bianchi e i democratici neri – la spaccatura che si ritrova in tutti gli Stati del profondo Sud, gli stessi della Secessione della guerra civile ottocentesca. L’Alabama – dove Harper Lee crebbe e ambientò To Kill a Mockingbird, dove Rose Parks nel 1955 diede inizio al boicottaggio dei bus sedendosi nei posti riservati ai bianchi, uno degli atti fondanti del movimento dei diritti civili – è uno Stato con una lunga storia di odio razziale, capofila di quelli che tuttora nell’intimo faticano a venire a patti con la fine del segregazionismo e dell’apartheid.
L’effetto dei programmi di inclusione nei campus universitari e nel sistema scolastico “è divisivo, creano programmi che escludono la razza e indottrinano gli studenti in un’ideologia di estrema sinistra” ha detto il repubblicano Ed Oliver, primo firmatario della legge.
Il democratico Pebblin Warren ha replicato “Non posso non vedere l’odio in questa legge, vedo che avete rancore contro le persone per chi sono o cosa sono, e questo mi inquieta davvero”.
La legge elenca una serie di “concetti divisivi” proibiti nelle lezioni e nei tirocini professionali, inclusa l’idea che “qualunque individuo dovrebbe accettare, riconoscere o approvare un senso di colpa, complicità, o la necessità di scusarsi sulla base della propria razza, colore, religione, sesso, etnia o origine nazionale”.