Sebbene inventato in Francia nel secolo dei Lumi – il primo fu installato nel 1710 nei bagni reali – il bidet non è accessorio comune in Francia. Gli italiani però adottarono da subito con entusiasmo l’idea, e nel Belpaese è un impensabile segno di inciviltà vivere senza (una legge del 1975 prescrive la presenza di almeno un bidet per l’abitabilità di una casa). L’encomiabile sanitario si trova facilmente anche in Spagna e Portogallo e in Argentina, dove rasenta il 99% dei bagni (e del resto, oltre la metà degli argentini sono di origine italiana)… e negli Stati Uniti? Fino a pochi anni fa quasi ignoto, se non nelle case degli italoamericani, il bidet sta conoscendo un boom.
È anche merito del coronavirus, che ha portato a una maggiore attenzione all’igiene anche intima, ma soprattutto nel 2020 ha fatto sparire la carta igienica dagli scaffali dei supermercati, stoccata da chi temeva di non poter più uscire di casa. In molti allora hanno deciso di installare un bidet o almeno una doccetta alla giapponese dentro il wc, cosa relativamente semplice anche in un bagno piccino.
Se prima della pandemia solo il 6% degli abitanti USA aveva il “pony” da cavalcare in bagno (è il significato in francese) adesso oltre il 41% sarebbe almeno interessato secondo un sondaggio YouGov poll: lo scrive il Washington Post citando una serie di testimonianze. Dal bidet non si torna indietro, chi lo prova non ne può più fare a meno, e i convertiti stanno ora evangelizzando con gli amici e i parenti. James Lin, fondatore di BidetKing.com, ha visto “esplodere il business durante la pandemia” dice: “era impossibile trovare i bidet”.
Adesso le aziende produttrici hanno registrato una crescita significativa dei ricavi e addirittura è diventato popolare regalare un bidet. Lin ha venduto apparecchi a alberghi e persino bagni pubblici sulle autostrade. Aiuta che i nuovi utenti siano appassionati: “non smettono di parlarne, con gli amici, con la famiglia, fanno proseliti”.
Sydney Cano di Arlington in Virginia dice “Non esagero, la mia vita è cambiata. Adesso non potrei vivere senza il mio. Ne ho uno da viaggio, così non sono mai senza”. E Ryan Deitsch, cresciuto in Florida dove la carenza di carta igienica nella stagione degli uragani è endemica, conosce il problema. Ha cominciato a pensare al bidet durante la pandemia. Oggi è un “fan assoluto”, per l’igiene e per l’ambiente: perché gli permette di consumare meno carta. Ora vive a New York, e la presenza di un bidet in bagno è una considerazione importante nella scelta di un appartamento.
Miki Agrawal, fondatrice e chief creative della start up Tushy, che produce doccette per wc, dice che la compagnia ha quintuplicato i ricavi durante il 2020 e da allora continua ad aumentare di un 20% l’anno. Ma una doccetta non concede la gioia e il comfort di un bidet indipendente; magari prima o poi sarà il vero “pony da bagno” a invadere l’America.