La storia è vecchia, ma le rivelazioni sono nuove. Da oggi sul canale televisivo Peacock è in streaming il documentario “Stormy”, un ritratto di Stormy Daniels e delle sue “verità” raccontate dalla donna al centro di una delle incriminazioni di Donald Trump.
Una vicenda tutta americana di una donna che ha fatto le sue scelte di vita, travolta nella sua battaglia contro l’ex presidente e contro il suo ex avvocato, Mik Avenati, che l’ha imbrogliata. “Mi ha tradito, ma ora è in carcere”, dice Stormy, salita alle cronache nel 2018 quando il Wall Street Journal pubblicò la vicenda legata alla sua relazione con Trump.
Il documentario diretto dalla regista Sarah Gibson scava nella vita di Stormy Daniels, racconta gli eventi che ora sono divenuti parte della storia americana. Il documentario porta il pubblico dietro le quinte mentre Stormy naviga il suo essere madre conciliandolo con il “complicato” lavoro che svolge.
Stephanie Clifford, in arte Stormy Daniels, non aveva mai immaginato che un giorno sarebbe divenuta la donna che avrebbe incriminato il primo ex presidente della storia americana.
Nata a Baton Rouge, in Louisiana, Stormy, come da lei raccontato nel libro autobiografico Full Disclosure, è cresciuta in una casa di campagna tra povertà e abusi familiari. Una “White Trash Story” tutta americana che si dipana in un contesto di sfrontata brutale volgarità, furbizia e sesso nel Sud degli Stati Uniti. A 16 anni mentre frequentava la High School era già una spogliarellista, muovendo così i primi passi in quell’industria del sesso che ha scalato fino alla vetta ricevendo premi come regista, scrittrice e star dei film da lei prima interpretati e poi prodotti e diretti.
Nel suo ruolo di escort nel 2006 ha incontrato Donald Trump, sposato con Melania, da poco divenuto papà di Barron. Trump allora era una star del piccolo schermo con “The Apprentice”. I due si incontrano diverse altre volte e l’ex presidente le promise ripetutamente di farla apparire sul suo programma. Nel 2016, dopo che Trump si era candidato, Stormy Daniels ha cercato di vendere la storia della sua relazione con l’aspirante presidente ai media e ai tabloid in un momento in cui il programma televisivo “Access Hollywood” aveva mandato in onda le immagini di Trump che raccontava all’intervistaore la sua visione del sesso e del modo come toccava le donne. Fu allora che l’ex legale e fixer di Trump, l’avvocato Michael Cohen, comprò il silenzio di Stormy Daniels con 130 mila dollari, poiché la donna era in trattative con la rivista “In Touch”. Stormy accettò i soldi firmando un accordo in cui in cambio acconsentiva di non parlare più della vicenda.
A farle cambiare idea furono le minacce. In una storia già raccontata nel 2018 a 20 milioni di spettatori nel programma “60 Minutes” della CBS News, Stormy venne minacciata da un uomo nel parcheggio della sua palestra. “Lascia in pace Trump. Dimentica la vicenda”, fu il primo avvertimento, quando ancora la storia della relazione non era stata rivelata. E da lì cominciò la paura. Per mettere a freno le minacce Stormy decise di parlare pubblicamente della sua vicenda e rilasciò l’intevista al Wall Street Journal. Nei sei anni che sono seguiti, ha subito valanghe di insulti e minacce da parte dei seguaci di Trump. La sua vita si è trasformata in un inferno. Ha cambiato identità, abitazione, Stato. Vive nella paura per lei e per sua figlia.
Allora perché le apparizioni televisive? Perché scrivere un libro di memorie? Perché intraprendere un tour “Make America Horny Again” con apparizioni negli strip club? Daniels ancora oggi fa pagare tra i 25 e i 100 dollari il biglietto per un watch party che sta organizzando in un nightclub di Brooklyn per mostrare il documentario. “Non stavo cercando di essere una paladina del #MeToo o di qualsiasi altro movimento – afferma Daniels nel documentario. – All’inizio lo facevo solo per ragioni puramente egoistiche. Volevo difendermi e salvare il mio culo, non quello di qualcun altro”.
Minacce a parte afferma nel film che ha ancora un mutuo da pagare e una figlia da mantenere. “Se guidi un camioncino dei gelati e non lo guidi la settimana dell’ondata di caldo, sei un idiota”, dice. “Ora è il mio momento”.
Hey NYC! Come meet me tonight at 3 Dollar Bill for the screening of STORMY. pic.twitter.com/VqT0aaxKsp
— Stormy Daniels (@StormyDaniels) March 18, 2024
“Inaccettabile, straordinariamente pregiudizievole”, urlano gli avvocati di Trump e chiedono al magistrato che sia impedita la sua testimonianza al processo. Il giudice deve ancora pronunciarsi su tale richiesta. “Sono accuse inventate con dettagli salaci di eventi che sostiene siano accaduti quasi 20 anni fa – affermano gli avvocati di Trump – e che non hanno spazio in questo processo”.
Intanto il processo è “scivolato” a fine aprile. Una mossa dovuta dopo che il Dipartimento di Giustizia ha consegnato quasi alla vigilia del processo oltre 80.000 pagine di potenziali prove ottenute nel procedimento giudiziario del 2018 da parte degli inquirenti federali nei confronti del testimone chiave del processo Michael Cohen.
I filmmaker dietro Stormy affermano che la premiere di Peacock non è mai stata pianificata intenzionalmente per farlo uscire pochi giorni prima dell’inizio del processo. Inizialmente sarebbe dovuto diventare pubblico l’8 marzo, quasi un tributo alla festa delle donne. Poi fu deciso per il compleanno d Stormy Daniels il 17 marzo.
La storia di Stormy “non riguarda più il sesso, ma il potere”, ha detto la produttrice del film Erin Lee Carr. “Si tratta di controllo, e di come Donald Trump con i suoi poteri riesca ancora a condizionare una donna che lo accusa di aver avuto una relazione e che per questo deve vivere ai margini della società”.