Voto plebiscitario, come da previsioni: alle elezioni presidenziali in Russia Vladimir Putin ottiene quasi il 90% dei voti. Ad essere precisi, l’87,29% – 10 punti percentuali in più rispetto all’ultima tornata del 2018.
L’affluenza totale alle elezioni è stata del 77,44%, cifra record frutto anche dell’utilizzo del contestato voto elettronico – a detta di molti osservatori incapace di garantire sicurezze su anonimità e autenticità dei voti mostrati.
Sulle schede, oltre a Putin, solo i nomi di alcuni candidati fantoccio: gli oppositori sono stati estromessi con vari pretesti, quelli ancora vivi e in Russia.
“Il risultato delle elezioni rappresenta la totale fiducia dei cittadini, sul fatto che faremo tutto come da programma” ha detto Putin parlando dal quartier generale della sua campagna elettorale. Putin ha espresso un ringraziamento anche ai soldati che combattono in Ucraina. Ha poi sottolineato che la sua vittoria alle elezioni consentirà alla Russia di consolidare la società e diventare “più forte ed efficace”. “Nessuno sopprimerà mai la Russia quando saremo consolidati, siamo una famiglia unita”, ha detto. “Non importa quanto abbiano cercato di spaventarci, di sopprimere la nostra volontà, la nostra coscienza, nessuno ci è mai riuscito nella storia. Hanno fallito ora e falliranno in futuro”, ha aggiunto, tra l’esultanza dei suoi sostenitori. “La mia vittoria dimostra che la Russia ha fatto bene a scegliere la sua strada attuale”.
Ma in conferenza stampa in diretta tv, lo ‘zar’ riconfermato ha anche pronunciato in pubblico per la prima volta dopo anni il nome del dissidente Aleksej Navalny, morto in un carcere in Siberia dove era stato spedito dopo il suo rientro in patria, una volta guarito da un avvelenamento.
Putin ha detto: “Per quanto riguarda il signor Navalny. Sì, è morto. Questo è un evento triste”, quindi ha aggiunto: “Qualche giorno prima che il signor Navalny morisse, alcuni colleghi mi hanno detto… che c’era l’idea di scambiare il signor Navalny con alcune persone che sono in prigione nei paesi occidentali… Ho detto ‘sono d’accordo'”.
È toccato ai coraggiosi in Russia andare a votare alle 12: ‘Mezzogiorno contro Putin’ era proprio la protesta indetta da Navalny, e rilanciata prima del voto dalla moglie Yulia Navalnaya a Berlino. Si sono viste lunghe file davanti ai seggi a Mosca, mentre nella capitale tedesca Yulia Navalnaya è stata accolta da applausi al seggio al consolato russo: ‘sulla scheda ho scritto il nome di Aleksej’, ha detto la vedova del dissidente.
Alcuni hanno sfruttato il segreto dell’urna per rivolgere messaggi assai poco lusinghieri – da “assassino” a “L’Aia ti aspetta”, secondo quanto riportato dal network indipendente Meduza.
Per la Casa Bianca, il voto non è stato “né libero né equo”. Fanno eco le cancellerie europee, fra cui il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani che scrive su X “Le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari ed hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente. Continuiamo a lavorare per una pace giusta che porti la Russia a terminare la guerra di aggressione all’Ucraina nel rispetto del diritto internazionale”.
Se l’Occidente parla di voto-farsa, a fare le congratulazioni al nuovo-vecchio presidente russo sono stati nelle scorse ore il leader nordcoreano Kim Jong Un e i presidenti di Bolivia, Cuba, Honduras, Nicaragua e Venezuela, oltre all’alleato bielorusso Lukashenko e ai presidenti di Tagikistan e Uzbekistan.