In queste immagini amatoriali alcuni operai dell’associazione umanitaria World Central Kitchen scaricano venerdì sera le circa 200 tonnellate di cibo e aiuti umanitari destinati agli abitanti della Striscia di Gaza – devastata da oltre 5 mesi di conflitto tra Israele e Hamas – dalla nave di Open Arms.
Si tratta di un progetto pilota secondo presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: è la prima spedizione autorizzata dal 2005 da Israele a fornire aiuti a Gaza via mare attraverso il nuovo corridoio marittimo umanitario che passa da Cipro negoziato con lo Stato ebraico. Anche gli Stati Uniti stanno lavorando all’avvio di aiuti attraverso il mare con il progetto gestito dall’esercito di un porto mobile davanti a Gaza.
Le 200 tonnellate di aiuti – riso, farina, lenticchie, tonno in scatola, pollo, pesce – sono state scaricate via chiatta raggiungendo il molo di fortuna costruito in tempi record dagli operatori di World Central Kitchen, la ong dello chef stellato José Andrés, che insieme alla spagnola Open Arms ha organizzato la missione.
Al momento gli aiuti alimentari arrivano a Gaza soprattutto tramite lanci aerei, pacchi paracadutati dunque che vengono instradati da qualche giorno anche dagli Stati Uniti. L’altra opzione, l’invio via terra tramite il valico di Rafah, in teoria di gran lunga la più rapida ed efficiente, non basta perché Israele continua a bloccare i mezzi provenienti dall’Egitto e consente l’ingresso solo di una frazione del necessario. Per il momento sia gli Stati Uniti che le organizzazioni umanitarie continuano a far pressione sul governo dello Stato ebraico perché consenta il passaggio dei camion: bisogna gestire la situazione per il prossimo mese e mezzo.