C’era una volta il mito dell’emancipazione. In epoca di crisi e super-inflazione, infatti, anche nella “land of the free” torna in auge l’ammortizzatore sociale per eccellenza: la famiglia.
Secondo un sondaggio di Savings.com, circa la metà dei genitori statunitensi fornisce infatti ai figli già adulti sostegno finanziario sotto varie forme. I capitoli di spesa più comuni riguardano i soldi per la spesa (vi contribuisce il 77% dei genitori), le bollette telefoniche (64%), l’affitto (58%), e l’assicurazione sanitaria (56%).
In media, mamma e papà USA sborsano ogni mese 1.384 dollari per la prole – circa il doppio dell’importo che versano per la propria pensione. A ricevere di più sono soprattutto i giovani della Gen Z (18-27 anni), con una media di 1.515 dollari al mese – mentre l’aiuto per millenials (28-43 anni) e Gen X (44-59 anni) si attesta a cifre di poco inferiore ai 1.000 dollari.
Un paradosso, se si pensa che i genitori che danno una mano ai propri figli sono gli stessi che – nel sondaggio – ritengono che a 25 anni dovrebbero camminare con le proprie gambe.
Non tutti ci riescono, complice un costo della vita mai così alto: in un altro sondaggio, il 61% degli affittuari ha dichiarato di temere di non essere mai in grado di possedere una casa, e alcuni hanno affermato che le aree in cui vivono sono diventate così poco accessibili da essere “a malapena vivibili”.
E se crescono i costi del cibo, dell’alloggio e di altre spese di vita, un numero sempre più alto di ragazzi sceglie o è costretto a vivere ancora nella casa dei genitori, secondo l’indagine. Dove non sembrano però brillare per generosità: tra i figli adulti che vivono a casa, infatti, il 61% non contribuisce alle spese domestiche, come l’affitto o le utenze.
“Per effetto di un mix contorto di fattori socioeconomici, gli adulti ricevono aiuto dai genitori fino ai vent’anni, ai trenta e oltre”, si legge nello studio. “Alcuni sono tentati di banalizzare dicendo che i giovani di oggi sono solo degli scrocconi e che una forte spinta li proietterà verso un’età adulta normale e indipendente. Ciò può essere gratificante per quei genitori stanchi di pagare il conto, ma non risolve né descrive adeguatamente i fattori economici in gioco, come l’aumento dei costi degli alloggi”.