È morto lunedì scorso a Dallas Paul Alexander, l’uomo che ha vissuto per più di 70 anni in un polmone artificiale d’acciaio. Aveva 78 anni. La notizia è stata riportata da tutti i media internazionali dopo che è stato dato l’annuncio tramite la sua pagina GoFundMe. Il settantenne, che ultimamente aveva avuto dei peggioramenti di salute, è deceduto in seguito a complicazioni respiratorie causate da Covid.
Alexander si trovava in questa condizione da quando nel 1952, all’età di soli 6 anni, contrasse la poliomelite che gli causò la paralisi dal collo in giù. L’estate di quell’anno fu portato d’urgenza in un ospedale del Texas e si risvegliò all’interno del cilindro metallico dove ha poi trascorso il resto della sua vita. Nonostante la sua difficile condizione Paul non si arrese, frequentò il college laureandosi in giurisprudenza e diventando avvocato. La sua vita è sempre dipesa dal polmone artificiale perché poteva lasciarlo solo per alcune ore, in cui riusciva, con grande sforzo, a respirare autonomamente. Poi era costretto a ritornarci per poter continuare a vivere.
Paul ha comunicato durante tutti questi anni con le persone e con i suoi familiari usando un bastoncino di plastica per battere su una tastiera. Alexander aveva raccontato in una intervista al Guardian di “essersi abituato a quella vita, che gli ha comunque riservato alcuni traguardi e che nell’ultimo periodo viveva in un piccolo monolocale privo di finestre”. Di recente, nonostante la sua salute cagionevole e i forti dolori alle gambe, ha scritto un libro autobiografico intitolato Three Minutes for a Dog: My Life in an Iron Lung, pubblicato nel 2020.
Philip Alexander, fratello del settantenne, ha lasciato un messaggio importante: “Sono molto grato a tutti coloro che hanno donato per la raccolta fondi di mio fratello. Gli ha permesso di vivere i suoi ultimi anni senza stress. Inoltre, servirà a pagare il suo funerale in questo momento difficile. È assolutamente incredibile leggere tutti i commenti e sapere che così tante persone sono state ispirate da Paul”.