Un’indagine condotta dal Washington Post mette in evidenza che, negli Stati americani in cui sono state adottate leggi restrittive nei confronti della comunità LDBTQ+, i crimini d’odio verso questa minoranza sono notevolmente aumentati, specialmente nelle scuole dove risultano quadruplicati.
I disegni di legge, che hanno l’intento di censurare dibattiti o libri che affrontano tematiche “non convenzionali” in classe, secondo quanto emerso dai dati dell’FBI, non farebbero altro che aumentare gli episodi di bullismo, odio e discriminazione.
Anche l’organizzazione Human Rights Campaign HRC sostiene che un terzo delle oltre 550 proposte di legge create per limitare la comunità LGBTQ+ abbiano impedito qualsiasi forma di inclusione, soprattutto a discapito dei giovani transgender.
Negli Stati con il maggior numero di leggi restrittive, fra il 2015 e il 2019, dai dati federali emerge che mediamente siano avvenuti 108 crimini d’odio all’anno anti-LGBTQ+ nelle scuole; nel 2021 il dato risulta raddoppiato con 232. Solo nel 2020 era stata segnalata una flessione, dovuta alla chiusura di molti campus per la pandemia.
A causa di questo clima che fomenta diffidenza e ostilità, sono conseguentemente aumentate anche le chiamate ai numeri di emergenza da parte degli appartenenti alla comunità LGBTQ+ per ottenere supporto.
L’organizzazione statunitense Trevor Project, attraverso il suo programma finalizzato alla prevenzione dei suicidi nell’anno fiscale, conclusosi a luglio 2022, aveva avuto circa 230 mila contatti; telefonate, messaggi, chat, divenuti 500 mila l’anno seguente, da persone in apparente difficoltà.
Anche il Rainbow Youth Project, un’altra associazione americana che offre servizi di consulenza alla comunità arcobaleno, ha avuto un incremento delle chiamate: le 1000 mensili del 2022 sono passate a oltre 1400.
Secondo alcuni esperti, le norme che incrementerebbero maggiormente i sentimenti di odio verso i componenti della minoranza LGBTQ+ sono quelli che impediscono il divieto d’assistenza per l’affermazione di genere, l’impossibilità di utilizzare, negli ambiti scolastici, bagni che corrispondano all’identità di genere e le restrizioni a livello culturale delle tematiche sessuali.
Il sovrintendente statale per la pubblica istruzione, Ryan Walters, ha dichiarato che continuerà la sua battaglia per contrastare la ‘teoria radicale del gender’. “Ci sono due generi”, ha ribadito, “questo è il modo in cui Dio ci ha creati, alcuni giovani sono confusi”.
“Pur opponendomi al bullismo, rifiuto categoricamente un ambiente politico che incoraggi questi comportamenti”, ha aggiunto.
A supporto dell’indagine del WP arriva anche il rapporto 2023 di Youth Survey Report 2023, della Fondazione HRC, che riporta che quasi la metà, il 46,1%, dei ragazzi della comunità LGBTQ+, di cui oltre la metà dei giovani transgender, il 54,9%, non si sente sicura nell’ambito scolastico.