John Barnett, ex gola profonda che aveva denunciato numerose falle nella sicurezza e negligenze da parte del gigante degli aerei Boeing, è stato trovato morto sabato nel parcheggio di un albergo in Carolina del Sud. A riportarlo sono le autorità locali.
Secondo il medico legale della contea di Charleston, il 62enne Barnett sarebbe deceduto venerdì per una ferita apparentemente autoinflitta, circostanza che ha spinto gli investigatori a concentrarsi sulla pista del suicidio. La polizia vuole però vederci chiaro e non esclude ipotesi alternative. Dopotutto, Barnett si trovava a Charleston per essere ascoltato in merito a una causa che vede imputata proprio la sua ex azienda.
Il rapporto di lavoro tra Barnett e Boeing, andato avanti per ben 32 anni, si era bruscamente interrotto nel 2019 con le gravi accuse lanciate dal primo nei confronti della seconda. In particolare, Barnett sosteneva che i dipendenti dello stabilimento della Carolina del Sud, costretti a turni di lavoro massacranti, avrebbero spesso montato sugli aerei parti non conformi agli standard di sicurezza federali. Aveva inoltre denunciato l’installazione di sistemi di ossigeno difettosi, che avrebbero reso inutilizzabile una maschera di ossigeno su 4.
Sebbene la Boeing abbia smentito le accuse di Barnett, un’indagine della Federal Aviation Authority (FAA) ha in seguito parzialmente confermato la versione della gola profonda, rivelando che oltre 50 parti “non conformi” erano state collocate in modo errato all’interno del sistema dell’azienda e non erano più rintracciabili.
Negli ultimi mesi, Boeing è finita nell’occhio del ciclone a causa dei difetti di produzione dell’aereo 737 Max, un esemplare del quale – operato da Alaska Airlines – ha perso un portello a mezz’aria lo scorso gennaio. La quasi-tragedia ha convinto le autorità federali ad accendere i propri fari su una delle due principali aziende costruttrici di vettori (assieme all’europea Airbus), svelando controlli di qualità sistematicamente inadeguati.
Le accuse di Barnett non avrebbero comunque attinenza con il 737 Max o con l’impianto di produzione di Washington in cui viene fabbricato.