Il primo ministro di Haiti, Ariel Henry, ha promesso di rassegnare le sue dimissioni, in seguito ai violentissimi attacchi da parte delle gang che da diversi giorni stanno mettendo a ferro e fuoco la capitale del Paese, Port-au-Prince.
In un videomessaggio, Henry ha dichiarato che il suo governo lascerà il potere dopo l’insediamento di un Consiglio di transizione, aggiungendo “Haiti ha bisogno di pace. Haiti ha bisogno di stabilità. Saremo un governo di transizione finché non saranno nominati un primo ministro e un nuovo governo”, cosa poi confermata dal suo consigliere Jean Junior Joseph.
La situazione rimane dunque confusa. La Comunità dei Caraibi (CARICOM) ha ribadito che ad Haiti dovrebbe essere formato un Consiglio di transizione per lavorare alla tenuta di elezioni.
Dopo le violentissime rivolte che hanno interessato il Paese, Henry si trovava da alcuni giorni a Porto Rico. Il settantaquattrenne prese il potere nel 2021, dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moise: da allora ha promesso più volte le elezioni, poi sempre rimandandole, mentre nel paese è cresciuta l’instabilità culminata con l’escalation degli ultimi 10 giorni.
A Henry non era permesso di far ritorno nell’isola caraibica da quando era partito alla fine di gennaio per un tour in Guyana e in Kenya, dove ha firmato l’accordo che dà il via a una forza internazionale di interposizione per gestire la sicurezza nel poverissimo paese.
Nel primo weekend di marzo, alcuni commando armati hanno assaltato due prigioni della capitale, liberando migliaia di prigionieri. Nei giorni successivi, i ribelli hanno letteralmente preso possesso delle strade della città.

“Se Ariel Henry non presenta subito le sue dimissioni- aveva dichiarato uno dei leader delle gang, Jimmy Chérizier – e se la comunità internazionale continua a sostenerlo, andiamo dritti verso una guerra civile e un genocidio”.
Nel frattempo, stando a quanto rivelato da CNN, anche gli Stati Uniti daranno il loro contributo alla missione di sicurezza multinazionale guidata dal Kenya ad Haiti. “Il nostro Dipartimento della Difesa sta raddoppiando il sostegno approvato per la missione, portandolo da 100 milioni di dollari a 200 milioni”, ha dichiarato il segretario di Stato degli USA, Anthony Blinken, “E questo porta il supporto totale degli Stati Uniti a 300 milioni di dollari”. CNN ha inoltre riferito che gli USA metteranno a disposizione della popolazione haitiana, duramente colpita dall’escalation di violenza degli ultimi tempi, ulteriori $33 milioni.
Dalle Nazioni Unite a New York, il Segretario Generale Antonio Guterres ha fatto sapere attraverso il suo portavoce Stephane Dujarric che ha apprezzato il supporto degli Stati caraibici membri del Caricom e degli altri partner internazionali per “aver facilitato una soluzione della crisi politica ad Haiti”. Ha chiesto alle “parti interessate di agire con responsabilità e di fare passi avanti” in modo da “riportare le istituzioni democratiche del Paese verso elezioni pacifiche, credibili, partecipative e inclusive”. “Le Nazioni Unite – ha concluso – attraverso la propria missione continueranno a sostenere Haiti nel percorso che condurrà alle elezioni”.