L’intervista che l’ex presidente Donald Trump ha concesso lunedì al programma finanziario “Squawk Box” della CNBC ha delineato la sua futura politica economica, dove ha ripreso vecchi cavalli di battaglia come quello dei dazi e ha aperto nuovi capitoli sull’importanza delle criptovalute e sulla condanna senza mezze misure di Facebook.
“Senza TikTok, puoi rendere Facebook più grande, e considero Facebook un nemico del popolo”, ha esordito Trump nell’intervista, difendendo invece il potenziale della piattaforma video TikTok pur riconoscendone problemi collegati alla sicurezza nazionale e alla privacy dei dati, poiché la società è controllata dal colosso cinese ByteDance. Sotto la sua presidenza Trump aveva tentato senza successo di rimuovere TikTok dagli app store negli Stati Uniti a causa di queste preoccupazioni e aveva anche ordinato a ByteDance di cedere il suo prodotto entro 90 giorni. L’annuncio che aveva visto Microsoft fare una proposta di acquisto si è poi concluso con un nulla di fatto.
“Ci sono molte persone su TikTok che lo adorano. Ci sono molti ragazzini su TikTok che impazzirebbero senza”, ha detto Trump nell’intervista sottolineando che se si vieta l’applicazione cinese, Facebook e altri – ma soprattutto il primo – ne trarranno grandi benefici. Ha poi aggiunto un commento sulla piattaforma di Mark Zuckerberg, dicendo: “Penso che Facebook sia stato molto dannoso per il nostro Paese, soprattutto quando si tratta di elezioni”. Le aperture di Trump su ByteDance hanno fatto sospettare l’ex consigliere del magnate, Steve Bannon, che la Cina lo stesse pagando per cambiare idea.

L’ex presidente però non si è mostrato tenero nei confronti di Pechino soprattutto sul tema dei dazi, da lui imposti tra il 2017 e il 2021 a vari Paesi, incluso Messico, Unione Europea e Canada e che intende riportare in auge se sarà rieletto. “La Cina è in questo momento il nostro capo. Sono i padroni degli Stati Uniti, quasi come se fossimo una loro filiale”, ha ribadito Trump, dicendo che continuerà a usare i dazi per convincere Pechino a costruire più auto negli USA, aprendo anche nuove fabbriche. “Non vogliamo ricevere auto dalla Cina. Vogliamo che le auto prodotte dalla Cina negli Stati Uniti siano realizzate utilizzando i nostri lavoratori”, ha ribadito il futuro candidato repubblicano alla presidenza Usa. Ricordando quanto la Cina stesse distruggendo l’industria siderurgica USA, Trump ha approfittato per spezzare una lancia a favore della sua campagna, ribadendo che grazie ai dazi del 50% sull’acciaio cinese, oggi “ogni persona che lavora nell’industria siderurgica, quando mi vede, inizia a piangere”, per la gratitudine.
Rispondendo poi ad una domanda sulle criptovalute, l’ex presidente ha dichiarato che se fosse eletto nuovamente presidente, la sua amministrazione non reprimerebbe l’uso delle criptovalute. “Ho visto che ne è stato fatto un grande uso”, ha detto Trump, aggiungendo: “E non sono sicuro che vorrei portarlo via a questo punto”. Ha notato poi, quasi incredulo, che le costose scarpe da ginnastica, che portano il suo brand, sono state acquistate da molte persone in criptovaluta e anche se lui non le possiede, lascia volentieri che “le persone paghino tramite bitcoin”.
Durante l’intervista Trump ha confermato di aver incontrato di recente Elon Musk, ma ha detto di non essere sicuro che il miliardario sosterrà la sua candidatura. “Non lo so. Sono stato suo amico nel corso degli anni”, ha detto Trump. “L’ho aiutato. Quando ero presidente lo aiutavo. Mi è piaciuto. Ovviamente abbiamo opinioni opposte su un argomento minore chiamato auto elettriche” ha precisato, spiegando di essere favorevole “alle auto elettriche, ma bisogna avere anche tutte le alternative”.