Come previsto, Oppenheimer ha stravinto alla 69 edizione degli Academy Awards. Sette premi su tredici nomination per la pellicola di Christopher Nolan, fra cui quello che quest’ultimo ha ricevuto per la miglior regia (il primo della sua carriera, che lo consacra finalmente come grande protagonista della sua generazione): miglior film, miglior attore per Cillian Murphy, miglior attore non protagonista per Robert Downey Jr., miglior montaggio per Jennifer Lame, migliore fotografia a Hoyte van Hoytema, e migliore colonna sonora originale a Ludwig Göransson. Anche Murphy vince il suo primo Oscar, ma alla sua prima nomination, dopo aver conquistato i Bafta e i Golden Globe: per l’irlandese un anno che lo proietta da perenne coprotagonista a grande attore internazionale.

Al secondo posto per numero di statuette ricevute c’è Poor Things. Emma Stone, impeccabile in Louis Vuitton, è salita sul palco nominata come miglior attrice battendo l’unica contendente, Lily Gladstone in Killers of the Flower Moon. È il secondo Oscar della sua carriera – il primo per la sua perfomance in La La Land (2017). E poi ancora al film fantascientifico del regista Yorgos Lanthimos (Leone d’Oro a Venezia 2023) è stato dato il premio per migliore scenografia, migliori make up e hairstyling e migliori costumi – iconiche le mise e le pettinature di Stone.

Da’vine Joy Randolph in The Holdovers – Lezioni di vita ha ricevuto l’Oscar per miglior attrice non protagonista. In lacrime sale sul palco per accettare la statuetta. Il suo discorso è una carezza a se stessa per ricordarsi che è abbastanza. “Ho sempre voluto essere diversa. Adesso capisco di dover essere solo me stessa”, ha detto al microfono.

20 giorni a Mariupol di Mstyslav Chernov, videoreporter di Associated Press, ha vinto il premio per miglior documentario. È la prima volta che un giornalista e la sua testata ricevono un Oscar e il primo nella storia dell’Ucraina. Davanti al pubblico, ha lanciato un appello: “Chiediamo di rilasciare gli ostaggi e riconoscere la forza dei soldati che stanno proteggendo il nostro territorio. Forse sarò l’unico regista su questo palco a dire che non avrei mai voluto girare il mio film”.

Anatomia di una caduta, la Palma d’oro a Cannes 2023 della francese Justine Triet, è piaciuto moltissimo all’Academy ed era candidato anche come Miglior film, Migliore attrice (Sandra Hüller, la stessa di La zona d’interesse), Miglior regista, Miglior Montaggio e, unica statuetta vinta, Miglior sceneggiatura originale.

La Miglior sceneggiatura non originale invece è andata a Cord Jefferson, regista e sceneggiatore di American Fiction, per l’adattamento cinematografico del romanzo Erasure di Percival Everett.
Barbie, le cui non nomination per la protagonista Margot Robbie e la regista Greta Gerwig avevano fatto scalpore, ha vinto solo miglior canzone ricevuta da Billie Eilish con What Was I Made For?, diventando la persona più giovane a essere stata premiata con due Oscar (il primo fu con il fratello Finneas O’Connell per No Time To Die). Intanto Ken, alias Ryan Gosling, vestito di rosa si scatena sul palco cantando I’m Just Ken, inno alla fragilità maschile, seconda canzone di Barbie candidata all’Oscar. L’attore cantante e ballerino assieme ad altri quattro Ken del film fa ballare e cantare tutta la sala incluse Robbie, Gerwig ed Emma Stone (sua partner in La La Land).
Niente premio, invece, per l’italiano Io Capitano di Matteo Garrone. La statuetta per miglior film internazionale è andata come previsto a La zona d’interesse del britannico Jonathan Glazer, raggelante storia (girata in tedesco) della vita borghese del comandante di Auschwitz Rudolf Hõss nella sua villetta al confine del lager.