Gion, il popolare quartiere delle geisha, a Kyoto, ad aprile sarà off limit per turisti e fotografi, che cercano di catturare l’essenza delle misteriose ed eleganti figure femminili, sospese nel tempo che ancora lo popolano. Le autorità locali vogliono contrastare il boom del turismo popolare che si riversa in massa nei pittoreschi vicoli dell’antica capitale, per evitare che i visitatori infastidiscano i residenti e le artiste mentre si recano agli appuntamenti.
Le Geisha e apprendiste Maiko, che percorrono silenziosamente le strette strade del quartiere per raggiungere le case, spesso vengono inseguite anche con violazioni delle proprietà private, per poter rubare a volte soltanto uno scatto ignorando i cartelli molto in evidenza che invitano a mantenere le distanze.

Seppure non sia ancora stato chiarito come le nuove disposizioni saranno applicate, i vicoli, che ospitano ristoranti e locali dove le geishe si esibiscono, saranno chiusi ai turisti. Rimarrà aperta soltanto l’arteria principale della zona l’Hanamikoji Street.
“Non vorremmo farlo, ma siamo disperati”, ha dichiarato Isokazu Ota, un membro del consiglio di Kyoto.
Nel 2019, le autorità, per contrastare il fenomeno avevano iniziato a emettere multe di 10 mila yen (circa $67) ai visitatori che fotografavano, toccavano o importunavano le “intrattenitrici tradizionali” – dedite all’arte della conversazione e della musica, che spesso vengono scambiate per prostitute – senza il loro consenso.
“Credo che i turisti stranieri che frequentano le vie di Gion in attesa delle artiste conoscano le regole ma le ignorino”. Ha aggiunto Ota.

Con la sigillatura della parte tradizionalmente e culturalmente più significativa di Kyoto, ora i funzionari locali sperano di riuscire a preservare l’arte giapponese oltre ai loro artisti custodi.
Kyoto, che è stata la capitale del Giappone per oltre mille anni, fino al 1868, non è l’unica destinazione giapponese interessata dall’overtourism da quando le restrizioni del Covid-19 sono state revocate.
La prefettura di Yamanashi ha comunicato nei giorni scorsi che sarà limitato l’accesso e introdotta una tassa di 2000 yen ($13,51) per l’ascesa al Monte Fuji, dove gli escursionisti vengono accusati di gettare rifiuti, nonché mettere a repentaglio la vita dei soccorritori quando devono andare a recuperarli, perché in difficoltà, sulla sommità del vulcano, alto 3776 metri.
Il Giappone ha visto un incremento dei visitatori stranieri, che provengono principalmente da Corea del Sud, Taiwan e Cina, del 79,5% rispetto all’anno precedente, portandoli a circa 2,69 milioni.
