Il giorno dopo il Super Tuesday la campagna si è trasformata: non sarà più un’elezione primaria, ma una sfida elettorale da qui fino al 5 novembre quella tra Donald Trump e Joe Biden. Una competizione lanciata con grande anticipo e, paradossalmente, è un confronto che la maggior parte degli americani, il 68%, non vorrebbe. E il record della scarsa partecipazione elettorale ne è la prova.
Di solito la campagna elettorale si infuoca nella tarda estate, dopo le convention dei due partiti, ma i giochi sono fatti dopo che Nikki Haley e il congressman Dean Phillips hanno annunciato il loro ritiro. Per il congressman democratico del Minnesota, il Super Tuesday è stato un’umiliante “batosta elettorale” evidenziata dal fatto che nel suo stesso distretto ha preso meno voti di Joe Biden.
I repubblicani hanno fatto quadrato intorno all’ex presidente: il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell, che negli ultimi mesi è stato molto critico su Trump, ha dato il suo appoggio politico all’ex presidente.
In casa democratica, Joe Biden ha minimizzato il voto di protesta degli “uncommitted” anche se la contestazione sta diventando per lui una “emorragia elettorale”.
In 2011, I hosted then VP Biden at my home. Most notable was his empathy and kindness to my daughters and the catering staff, with whom he sat and had ice cream (surprise-surprise). His decency and wisdom were rarities in politics then, and even more so today.
Over a decade… pic.twitter.com/e3mGNU7u2C
— Dean Phillips (@deanbphillips) March 6, 2024
Ma che la campagna elettorale tra Biden e Trump non susciti interesse lo dimostra la scarsa partecipazione. Secondo Politico, si tratta di un disinteresse causato dal confronto lungamente annunciato. Secondo il Financial Times, l’elettorato non vorrebbe nessuno dei due alla Casa Bianca. Opinione condivisa anche dal Washington Post. “Trump – scrive il quotidiano di Washington – ha cercato di ribaltare le elezioni del 2020, si trova ad affrontare 91 capi di imputazione e ha minacciato azioni anticostituzionali se verrà eletto per un secondo mandato. Biden è già il presidente più anziano nella storia della nazione e con i suoi 81 anni, un’età in cui il 98% della popolazione è in pensione, e nonostante la sua età vuole programmare i futuri quattro anni anche se ha uno dei più bassi indici di approvazione di qualsiasi moderno presidente in carica in cerca di un secondo mandato”.
Nikki Haley, che si è ritirata, non ha dato il suo appoggio politico o, tantomeno, incitato i suoi elettori, a votare per Trump. “È arrivato il momento di sospendere la mia campagna – ha spiegato l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite. – Dissi che avrei fatto sentire la voce degli americani, e così è stato. Ora tocca a Donald Trump guadagnarsi i voti di coloro che nel nostro partito, e non solo, non lo hanno sostenuto”.
E in effetti una larga parte delle persone che l’hanno votata, quasi un terzo dei voti, sono arrivati dagli indipendenti. Voti che fanno gola a tutti, anche ai Democratici.
Trump gongola di gioia. Nelle sue dichiarazioni afferma che la sua è stata una vittoria storica che mai ha avuto uguali nei SuperTuesday. Che non ha bisogno dei voti della Haley perché quelli che hanno votato per lei non erano repubblicani, ma solo degli Indipendenti o democratici.
I end my campaign with the same words I began it from the Book of Joshua. I direct them to all Americans, but especially to so many of the women and girls out there who put their faith in our campaign.
Be strong and courageous. Do not be afraid. Do not be discouraged. For God… pic.twitter.com/XAwgOGzKdy
— Nikki Haley (@NikkiHaley) March 6, 2024
Joe Biden, che ha dominato le primarie democratiche, invece, invita i sostenitori di Haley ad unirsi alla sua campagna. “Trump – ha dichiarato il presidente – ha detto chiaramente che non vuole i sostenitori di Nikki Haley. Io voglio essere chiaro: c’è posto per loro nella mia campagna. So che ci sono molte cose su cui non siamo d’accordo, ma sui fondamenti come difendere la democrazia americana, il rispetto della legge, il trattarsi gli uni con gli altri con rispetto e dignità, difendere la Nato e tenere testa agli avversari dell’America, spero che possiamo trovare un terreno comune”.
La minaccia per l’ex presidente non viene dalla politica, ma dalla giustizia. La Corte Suprema ha fatto sapere che esaminerà il 25 aprile il caso della richiesta di immunità assoluta richiesta dagli avvocati di Trump. Se questa immunità non gli sarà riconosciuta, Trump rischia di comparire nel tribunale di Washington, imputato di istigazione all’insurrezione del 6 gennaio 2021, a fine settembre, cioè a poco più di un mese dal voto.
Il 25 marzo comincerà a New York il processo che lo vede imputato di aver pagato in nero la pornostar Stormy Daniels che aveva minacciato durante la campagna del 2016 di rivelare la loro relazione. Trump ha prima provato a bloccare la testimonianza della sua accusatrice, poi ha chiesto al giudice di non limitare le sue dichiarazioni. Una richiesta che fa capire che cercherà di usare l’aula giudiziaria per fare campagna elettorale.
All’indomani del Super Tuesday si fanno i conti in vista delle convention di quest’estate. Il presidente ha 1.556 delegati sui 1.968 necessari per vincere la nomination democratica, mentre il Trump ne ha 1.053, di cui 777 incassati solo nel Super Tuesday. Le prossime tappe sono il 12 marzo quando si vota alle primarie presidenziali in Georgia, Hawaii, Mississippi e Washington e il 19 marzo con le primarie presidenziali in Florida, Arizona, Kansas, Illinois e Ohio.