In settimana, gli eredi di Sinéad O’Connor, cantautrice irlandese venuta a mancare la scorsa estate, hanno chiesto a Donald Trump di smettere di utilizzare le sue canzoni durante i comizi elettorali.
Stando a quanto spiegato dall’entourage dell’artista, quest’ultima considerava l’ex presidente degli Stati Uniti come un “diavolo biblico”. Durante i vari appuntamenti della sua campagna, il candidato repubblicano aveva utilizzato il brano più celebre della cantante irlandese, “Nothing Compares 2 U”. In una dichiarazione congiunta, dunque, i familiari di O’Connor e la sua etichetta discografica, la Chrysalis, hanno chiesto a Trump di “desistere immediatamente dall’usare la sua musica”.
“Sinead viveva secondo un feroce codice morale definito da onestà, gentilezza, correttezza e decenza verso i suoi simili”, hanno inoltre aggiunto gli eredi dell’artista, scomparsa all’età di cinquantasei anni, “È stato con grande indignazione, quindi, che abbiamo appreso che Donald Trump ha utilizzato la sua iconica performance di ‘Nothing Compares 2 U’ nelle sue manifestazioni politiche. Non è esagerato affermare che Sinéad sarebbe stata disgustata, ferita e insultata se il suo lavoro fosse stato travisato in questo modo da qualcuno che lei stessa chiamava ‘diavolo biblico”.
“Come custodi della sua eredità- hanno infine spiegato i familiari e la casa discografica dell’artista- chiediamo che Trump e soci smettano immediatamente di utilizzare le sue canzoni”.

Gli eredi della O’Connor non sono certo i primi a formulare una richiesta del genere nei confronti dell’ex inquilino della Casa Bianca. Nel 2016, ad esempio, i Rolling Stones dichiararono di aver più volte comunicato al leader di MAGA di non utilizzare la loro “’You Can’t Always Get What You Want” durante i suoi comizi, minacciando di intraprendere anche azioni legali nei suoi confronti.
Nel 2018, invece, fu il turno di Rihanna, che andò su tutte le furie quando venne a conoscenza del fatto che l’ex presidente aveva usato il brano “Don’t Stop the Music” nel corso di un evento.
Negli ultimi anni, inoltre, Trump è stato duramente criticato anche dalla famiglia di Luciano Pavarotti, da cui aveva preso in “prestito” “Nessun Dorma”, e da Bruce Springsteen, per l’uso inappropriato di quello che probabilmente resta il suo brano più celebre, “Born in the USA”.