Primo trionfo per Nikki Haley nel corso delle primarie repubblicane statunitensi. Nella giornata di ieri, infatti, l’ex governatrice della Carolina del Sud si è aggiudicata la vittoria su Donald Trump al termine delle elezioni del Distretto di Columbia, presso la città di Washington.
Come spiegato dalla portavoce della candidata, Olivia Perez-Cubas, Haley diventa così la prima donna di sempre ad aggiudicarsi una “manche” delle primarie del partito repubblicano. Sebbene la vittoria di Haley a Washington DC non influisca sulla corsa fin qui dominata dall’ex presidente Trump, rappresenta comunque un’iniezione di fiducia importante per l’ex governatrice, in vista dell’ormai imminente Super Tuesday di questa settimana.
Nonostante le diverse sconfitte subite in queste fasi iniziali delle primarie, Haley ha sfidato le richieste di alcuni membri del GOP di sospendere la sua campagna, promettendo di rimanere in corsa almeno fino all’esito delle elezioni del 5 marzo.

“I repubblicani che conoscono i problemi di Washington, sanno che Donald Trump non ha portato altro che caos e divisioni negli ultimi otto anni”, ha dichiarato Haley dopo la vittorio presso la capitale, “Non può vincere le elezioni generali. Sarebbe una follia. È ora di ricominciare a portare avanti la nostra nazione”.
Naturalmente, la risposta da parte dell’ex coinquilino della Casa Bianca non si è fatta attendere. Con la sua proverbiale sportività, infatti, Trump ha affermato: “E’ stata rifiutata da tutto il resto del Paese, ma è stata incoronata Regina della Palude dai lobbisti e dagli addetti ai lavori di DC”.
L’ex presidente ha inoltre aggiunto: “Mi sono tenuto volutamente alla larga da Washington: una palude, con pochissimi delegati e nessun vantaggio. ‘Cervello di gallina’, invece, ha speso lì tutto il suo tempo, il suo denaro ed i suoi sforzi. I numeri davvero importanti arriveranno con il Super Tuesday”.
In effetti, quella di Washington è una delle giurisdizioni più filo-democratiche della nazione, con solo circa 23.000 repubblicani registrati in città. In ogni caso, anche vincendo tutte le primarie in programma domani, Trump non riuscirebbe ad assicurarsi ancora i 1215 delegati con i quali potrebbe strappare la nomination ufficiale per le elezioni di novembre.
Stesso discorso vale per il presidente in carica Joe Biden, che dovrà invece “raccogliere” 1968 delegati. Per entrambi, però, sembra ormai essere solo questione di tempo: con ogni probabilità, infatti, saranno ancora loro i candidati che si contenderanno l’ingresso alla Casa Bianca.