Quando i giovani lasciano le loro famiglie per andare al college possono trovarsi in difficoltà, ma un servizio istituito nel 2019 da Mindy Horwitz, chiamato “mindyKNOWS”, che fornisce persone in grado di accudirli può correre in aiuto.
Attraverso questo sito, le famiglie che hanno figli che studiano alla Pennsylvania State University, alla Washington University di Saint Louis in Missouri, alla Northwestern University dell’Illinois, avranno la possibilità di assumere persone locali, che spesso vengono chiamate “mamme” per sostenere i ragazzi nelle situazioni più svariate.
Possono supportare in caso di malattia, organizzare compleanni, sbrigare piccole faccende domestiche o essere di supporto psicologico. Oltre 100 nuclei familiari si sono già affidate ai loro servizi. Il costo mensile è di $49, per un semestre di $250, per un anno di $450, mentre per tutti e quattro gli anni di scuola $1600, se viene sottoscritto un abbonamento.
“Ci consideriamo preparati sulla città e possiamo aiutare con raccomandazioni personali, consigli e suggerimenti”, dichiara Horwitz, 53 anni. “In qualche modo ci sostituiamo alle famiglie d’origine che sono lontane, vogliamo dare tranquillità e far sapere che siamo qui per fornire un appoggio extra se necessario”.
Nonostante i buoni propositi, non sono mancate le critiche di chi sostiene che supportare i giovani in questo modo possa ostacolare il loro sviluppo, inibire competenze necessarie per affrontare le difficoltà della vita.
“Questo gesto d’amore può diventare una battuta d’arresto”, ha affermato Emily Edlynn, una psicologa clinica.
Edlynn suggerisce invece ai genitori di rendere i loro figli indipendenti prima che partano per l’università. Potranno incoraggiarli nello sviluppo delle loro peculiarità, ad avere fiducia nei propri mezzi, potranno indirizzarli a identificare tutte le risorse che i campus mettono a disposizione anche se è la prima volta che si allontanano da casa, “solo in questo modo saranno in grado di farcela da soli”.
Horwitz, che sente di far parte di una famiglia allargata, ritiene invece che l’obiettivo di costruire un ponte fra le famiglie e i figli non vada a interferire con lo spazio e la libertà necessari alla loro crescita.
Ma i giovani americani hanno davvero intenzione di diventare autonomi? Secondo uno studio di Pew Research Center, basato sui dati del Census Bureau del 2021, sono sempre più numerosi quelli che decidono di rimanere o ritornare a casa, nella fascia d’età che va dai 16 ai 29 anni.
Il fenomeno che sembrava tutto italiano, ha iniziato a diffondersi anche negli Usa e nel 2020 il 52% dei giovani risultava ancora in casa con i genitori. Il valore è il più alto registrato degli ultimi 120 anni. Il trend che appariva in diminuzione negli anni ’60 assestandosi al 29% si era poi trasformato in una risalita che nell’ultimo ventennio aveva raggiunto il 44%.