Alcune aziende cinesi, considerato l’enorme successo di Tik Tok, ritengono che brevi video realizzati per smartphone possano essere utilizzati anche nell’industria cinematografica e televisiva.
Le principali società che producono app cinesi come FlexTv, DramaBox, YouKu, cercano di introdurre nel mercato statunitense soap opera con puntate della durata di 2 minuti, per un numero complessivo di massimo 100 puntate.
Il fenomeno già diventato popolare in Cina negli ultimi anni propone produzioni a basso costo dai contenuti piuttosto semplici; storie d’amore, di sesso e noir che vengono girate nell’arco di appena due settimane, per passare immediatamente ai progetti successivi.
Secondo quanto riportato da un articolo di MIT Technology Review, l’indotto relativo alle “serie nazionali di maggior successo” nel 2023 sarebbe stato di circa $5 miliardi.
Per le aziende tecnologiche cinesi il Sud Est asiatico è stato spesso la prima frontiera di espansione al di fuori del mercato interno, ma adesso l’attenzione è rivolta al mercato americano dove alcune produzioni hanno anche iniziato a girare.
Il governo cinese, che ha intercettato la tendenza ha deciso di stabilire regole più rigorose che regolamentino il settore, ha infatti intrapreso azioni di censura come già avviene nell’industria cinematografica. In 3 mesi sono state vietate 25.300 serie di cortometraggi perché ritenute troppo violente, trash o sessualmente esplicite.
Eren Kereci, un attore turco di 30 anni che risiede nelle Filippine e ha girato il cortometraggio “The Bride of the Wolf King” a Tagaytay, una città a sud di Manila nelle Filippine, ha raccontato:
“Era come recitare a teatro mentre si cercava di rimanere in una cornice tanto piccola. Ci è stato consigliato di fare più espressioni facciali, poiché i movimenti del nostro corpo erano limitati a causa delle riprese verticali”.
A contenere i costi di realizzazione contribuiscono anche le location, Filippine e Thailandia sono al momento le preferite. Xiangchen Gao, Chief Operations Officer di FlexTV, ha confermato che girare uno spettacolo in Thailandia può costare tra i $40.000 e gli $80.000, mentre in Usa i costi si raddoppiano. Tuttavia alcune case si produzione come la stessa FlexTv si alternano sui set esteri per eludere la censura.
“L’industria dei cortometraggi drammatici negli Stati Uniti è simile a quella della Cina nel 2021”, aggiunge Gao, “c’è poca concorrenza e molto spazio per crescere. L’azienda prevede di produrre spettacoli in sei lingue in futuro, ma il Nord America rimarrà il suo mercato più importante. Non pensiamo che il pubblico cinese e quello americano abbiano differenze fondamentali nei gusti. I romanzi web cinesi hanno studiato a fondo la natura umana e fanno un ottimo lavoro nell’evocare emozioni. Gli sceneggiatori e i registi che si sono distinti in Cina possono catturare i desideri universali di tutti”.