Le guerre del futuro – e quelle del presente – si combatteranno soprattutto online e attraverso operazioni di intelligence. Per questo motivo l’esercito USA ha deciso di ridurre le sue dimensioni di circa 24.000 unità, pari a quasi il 5% della sua capacità operativa, così da essere in grado di razionalizzare meglio le forze in vista della prossima grande guerra.
I tagli non riguarderanno truppe vere e proprie bensì posizioni legate alla controinsurrezione, aumentate esponenzialmente durante le guerre in Iraq e Afghanistan ma che oggi non sono più così necessarie come un tempo. Il numero di forze speciali mandate a combattere in prima linea in Medio Oriente era infatti cresciuto drasticamente negli ultimi 20 anni per riempire le brigate impegnate a contrastare Talebani, ISIS e al-Qaeda. Circa 3.000 licenziamenti arriveranno proprio dalle forze speciali. Il piano prevede inoltre il taglio di circa 10.000 ingegneri e 6.500 da varie posizioni legate all’addestramento.
L’attenzione delle forze armate si è infatti gradualmente spostata sulle sfide poste dall’Iran e dalla Corea del Nord, nonché sulla rivalità tra grandi potenze da parte di Cina e Russia. Inoltre, il conflitto in Ucraina ha dimostrato la necessità di concentrarsi maggiormente sui sistemi di difesa aerea e sulle capacità di contrastare droni aerei e marittimi.
Contemporaneamente, quindi, il piano prevede l’aggiunta di circa 7.500 soldati in altre missioni critiche, tra cui unità di difesa aerea e di contrasto ai droni e cinque nuove task force in tutto il mondo con capacità di cyber, intelligence e attacco a lungo raggio potenziate.
“Ci stiamo allontanando dall’antiterrorismo e dalla controinsurrezione. Vogliamo essere pronti per operazioni di combattimento su larga scala”, ha dichiarato martedì la segretaria dell’Esercito Christine Wormuth ai giornalisti. “Perciò abbiamo valutato quali fossero i pezzi della struttura delle forze che probabilmente erano più associati alla controinsurrezione, per esempio, e che non ci servono più”.
La razionalizzazione delle forze di terra riguarderà “spazi” piuttosto che “facce”, secondo un documento dell’Esercito che fa peraltro luce sulla penuria di personale. La scelta riflette infatti l’incapacità di sostituire migliaia di posizioni rimaste scoperte per anni. Sebbene l’attuale configurazione dell’Esercito consenta un massimo di 494.000 effettivi, attualmente ci sono circa 445.000 soldati in servizio attivo in tutto il mondo. Il nuovo piano prevede l’ingresso di un numero di truppe sufficiente a raggiungere le 470.000 unità nel corso dei prossimi cinque anni.