La Corte Suprema ha accettato di esprimersi sull’immunità invocata dall’ex presidente Donald Trump.
La massima assise giudiziaria dovrà decidere se Trump potrà essere perseguito dalla legge per l’accusa di avere interferito con le elezioni del 2020.
La Corte, a questo proposito, ha stabilito un percorso per una rapida risoluzione del caso. In una breve dichiarazione, la Corte Suprema ha sottolineato che valuterà “se e in quale misura un ex presidente gode dell’immunità presidenziale da procedimenti penali per comportamenti che presumibilmente implicano atti ufficiali durante il suo mandato”.
L’Alta corte aveva già affermato in precedenza che i presidenti sono immuni dalla responsabilità civile per gli atti ufficiali, ma secondo gli avvocati di Trump tale protezione dovrebbe essere estesa anche ai procedimenti penali.
La Corte esaminerà tutte le argomentazioni nel prossimo mese di aprile e una decisione definitiva arriverà probabilmente entro la fine di giugno 2024.
Nello specifico il caso è quello che lo vede accusato dal procuratore speciale Jack Smith per aver cercato di sovvertire le elezioni del 2020. La corte federale di primo grado e poi la corte d’appello federale hanno stabilito che il presidente non gode di immunità nelle vicende penali.
Il massimo tribunale americano ha fissato le udienze nella settimana che inizia il 22 aprile.
Si tratta della seconda volta che la Corte Suprema entra in gioco in un procedimento a carico dell’ex presidente. A inizio mese, infatti, i nove saggi hanno ascoltato le argomentazioni pro e contro l’esclusione di Trump dalle elezioni in virtù del 14esimo emendamento che la prevede in caso di “partecipazione o istigazione a un’insurrezione”. Nel suo caso il tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021 in cui i suoi seguaci hanno tentaato ddi bloccare la certificazione elettorale della vittoria di Joe Biden.