Previsioni rispettate: Joe Biden e Donald Trump hanno vinto le primarie dei rispettivi partiti in Michigan. Con il 70% dei voti scrutinati il presidente si è aggiudicato l’80% dei voti, mentre nel partito repubblicano Donald Trump ha battuto Nikki Haley di larga misura con quasi il 40% dei voti. L’ex capo della Casa Bianca ha ottenuto il 67% delle preferenze, mentre l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite è al di sotto del 28%.
I risultati non erano in dubbio, ma da queste consultazioni sono venuti fuori messaggi chiari per Joe Biden, ma anche per Donald Trump.

Per il capo della Casa Bianca gli “uncommitted”, il 16% degli elettori democratici che per protesta non gli hanno dato la preferenza per prendere le distanze dalla politica della Casa Bianca nel conflitto Hamas-Israele rappresenta un allarme per la sua candidatura a novembre. Il Michigan è lo Stato con la maggiore presenza di arabi e musulmani. Questa percentuale, se confermata, potrebbe pesare a novembre in uno Stato dove Biden vinse per poco più di 150 mila voti di differenza su Donald Trump. Il voto per gli uncommitted è stato anche superiore ai voti che l’unico sfidante di Biden, il congressman Philip, è riuscito a prendere.
Per Donald Trump la vittoria è stata netta, ma non schiacciante. Nikki Haley ha ottenuto più di 150 mila voti, meno della metà di Trump, ma sempre tanti per poter ancora giustificare di rimanere in corsa almeno fino al Super Tuesday del 5 marzo.
Segnali politici a cui i due leader non potranno rimanere indifferenti. Biden deve fronteggiare la protesta di una parte della base democratica che accusa la Casa Bianca di essere smaccatamente filoisraeliana e indifferente al massacro di civili palestinesi nella guerra di Gaza; Trump quella dei moderati repubblicani, che hanno dato alla rivale Nikki Haley circa il 30% dei consensi.
In entrambi i casi, i numeri del dissenso non sono in grado di fermare la corsa dei candidati. Ma tutto può ancora succedere. I guai giudiziari di Trump potrebbero produrre effetti inimmaginabili. Per quanto riguarda Trump, l’ex presidente ha vinto nei primi cinque Stati del calendario delle primarie repubblicane.
La sua affermazione in Michigan contro l’ultima grande rivale, l’ex ambasciatrice all’ONU Nikki Haley, arriva dopo una vittoria per ben 20 punti percentuali sabato scorso proprio nello Stato di cui Haley è stata governatrice, la South Carolina.

Tuttavia in Michigan Trump vince ma se si leggono le aree del voto si vede che non trova più il sostegno tra gli elettori delle periferie urbane e con un alto livello di istruzione, segno che le sue posizioni “estreme” prese per corteggiare sempre di più gli evangelici non convincono la parte moderata dei repubblicani. Alcune fasce di elettorato repubblicano restano peraltro convinte che Trump abbia violato la legge in uno o più dei vari casi per cui sono aperti procedimenti penali contro di lui.
Così Haley ottiene voti nelle aree dove ci sono i repubblicani più moderati e nei campus universitari. E probabilmente continuerà la sua lotta in attesa di qualche sviluppo giudiziario per l’ex presidente, almeno peer un’altra settimana perché il 5 marzo andranno al voto 15 stati e dopo di allora non ci sarà più lo spazio per sperare.