Cosa ha spinto il presidente francese Emmanuel Macron a parlare di un possibile invio di truppe occidentali in Ucraina contro la Russia? Dichiarazione che ha provocato frettolose reazioni da vari alleati europei e dalla stessa Nato. Macron aveva detto che l’opzione “non può essere esclusa” per il futuro, alla fine lunedì di un meeting con alti funzionari di oltre venti paesi che sostengono Kiev. Non solo, a tornare sul tema è stato martedì il ministro degli Esteri francese.
Due dei paesi con le forze armate più forti dell’Unione Europea, cioè Germania e Polonia, hanno ufficialmente dichiarato che non è loro intenzione mandare soldati sol terreno ucraino e il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, è stato inequivocabile: “Gli alleati della Nato forniscono appoggio senza precedenti all’Ucraina, lo facciamo dal 2014 e questo sostegno è aumentato dopo l’invasione del 2022, ma non c’è alcun progetto per l’invio di truppe da combattimento su suolo ucraino”.
Per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, a Parigi si è deciso tutt’altro, e cioè che “non ci saranno truppe di terra mandate da Stati Ue o dalla Nato”. Dichiarazioni simili echeggiano dal premier polacco Donald Tusk e dall’omologo ceco Petr Fiala. Stesse dichiarazioni dal governo spagnolo e dal premier slovacco Robert Fico.
“È un’idea di Macron, mi pare che quando si parla di inviare truppe si debba essere molto prudenti” ha detto da parte sua il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, “perché noi non siamo in guerra con la Russia. È un mio giudizio personale, io non sono favorevole a mandare truppe italiane a combattere in Ucraina”.
Eppure, Parigi insiste. Martedì pomeriggio a tornare sul tema è stato il ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné, nel corso di un dibattito in Parlamento rispondendo a una interrogazione. “Dobbiamo immaginare nuove azioni di sostegno all’Ucraina. Dovranno rispondere a esigenze ben precise. Penso soprattutto allo sminamento, all’intelligenza artificiale, alla produzione di armi sul posto, su territorio ucraino. Alcune di queste azioni potrebbero aver bisogno di una presenza su territorio ucraino, senza oltrepassare la soglia della belligeranza. Non bisogna escludere nulla. È la posizione che il presidente della Repubblica ha sempre avuto e continua ad avere”.
L’idea di inviare truppe occidentali in Ucraina (paese che non è membro Nato) è sempre stata un tabù, anche perché l’Alleanza vuole evitare di allargare il conflitto di fronte alla potenza nucleare della Russia. Niente impedisce ai singoli membri Nato di agire da soli, mentre l’organizzazione nel suo insieme può intervenire solo se acconsentono tutti i 31 membri.
Il Cremlino intanto ha dichiarato che un conflitto diretto con la Nato sarebbe inevitabile se l’alleanza mandasse suoi soldati in Ucraina. “Non si tratterebbe più di parlare di probabilità ma di inevitabilità” del conflitto ha detto il portavoce Dmitri Peskov.