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February 26, 2024
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Smirnov, ex talpa FBI che provò a incastrare Biden, resta in carcere

Il giudice Wright lo ha fatto trasferire a Los Angeles, dove rimarrà fino all'inizio del processo

Marco GiustinianibyMarco Giustiniani
Torna in carcere ex talpa dell’Fbi che ha accusato i Biden

FBI/ANSA

Time: 3 mins read

Alexander Smirnov resta in carcere. L’ex informatore dell’FBI è stato accusato di essere la pedina del piano architettato dallo spionaggio russo per coinvolgere Hunter Biden e suo padre, il presidente Joe Biden, in una falsa vicenda di tangenti pagate da un’azienda ucraina. Accuse create con testimonianze inattendibili e documenti contraffatti per danneggiare la campagna elettorale del presidente.

Il magistrato Otis Wright a Los Angeles ha confermato l’arresto dopo che Smirnov era stato fermato la prima volta il 14 febbraio all’aeroporto di Las Vegas, ma era stato rilasciato da un altro giudice federale, Daniel Albregts, quindi nuovamente incarcerato giovedì su ordine di Wright e infine trasferito a Los Angeles.

Smirnov, che ha 43 anni, ha circa 6 milioni di dollari in banca, ha la doppia cittadinanza negli Stati Uniti e in Israele e ha contatti con il mondo dello spionaggio – secondo quanto affermato dall’Inquirente speciale David Weiss – “con agenti che gli concederebbero ospitalità” e per questo ha chiesto al magistrato di tenerlo in prigione in attesa del processo.

Gli avvocati di Smirnov, David Chesnoff e Richard Schonfeld, hanno inutilmente cercato di far rimanere a piede libero il loro assistito, ma il giudice Wright è stato irremovibile e ha detto che il rischio di fuga era troppo alto e ha convalidato l’arresto in attesa del processo. “Non c’è niente di straordinario in questo caso”, ha detto Wright prima di annunciare la sua decisione. “Non ho cambiato idea. Quest’uomo sarà detenuto in attesa del processo”.

Smirnov è stato accusato per le false dichiarazioni agli agenti federali e per “aver creato un registro falso e fittizio in concerto con lo spionaggio russo” per le informazioni fornite all’FBI. Smirnov è stato scortato in aula indossando una tuta da carcerato e si è dichiarato non colpevole delle accuse.

La prima parte della vicenda si è sviluppata quattro anni fa quando Smirnov, che era un informatore degli agenti dell’FBI nelle indagini avviate dal procuratore speciale Robert Muller sul Russiagate, ha lanciato le accuse poche settimane prima delle elezioni presidenziali.

Le soffiate di Smirnov erano al centro dell’indagine di impeachment da parte dei parlamentari repubblicani, ma, come è venuto fuori che le sue accuse erano parte della strategia di Mosca, la sua testimonianza è stata rimossa dall’elenco dei punti salienti dell’indagine preparata dalla Commissione per la supervisione e la responsabilità.

Dopo che il procuratore speciale David Weiss ha accusato Smirnov di essere una pedina dello spionaggio russo i democratici alla Camera hanno affermato che l’inchiesta di impeachment è totalmente priva di fondamento ed è il risultato della disinformazione russa.

Mercoledì Hunter Biden dovrebbe comparire davanti alle commissioni della Camera. Sia Hunter Biden, che Joe Biden e la Casa Bianca hanno ripetutamente negato le accuse di corruzione e hanno affermato che il presidente non ha beneficiato degli affari di suo figlio.

Hunter Biden – ANSA/EPA/TOLGA AKMEN

Il piano era stato preparato una prima volta nel 2020 e sarebbe dovuto esplodere in contemporanea al “ritrovamento” del computer di Hunter Biden. Le accuse erano che Biden e suo figlio avrebbero preso 5 milioni di dollari ciascuno per proteggere il colosso ucraino dell’energia Burisma dall’azione giudiziaria in quel paese. Parti della storia di Smirnov erano emerse nei documenti dell’FBI e vennero rivelate dai repubblicani al Congresso, anche se l’identità di Smirnov non venne rivelata. Ma gli inquirenti federali avevano avvertito i parlamentari delle commissioni di inchiesta sulla credibilità dell’informatore, tanto che gli inquirenti si muovevano con estrema cauzione. E questa cautela venne duramente condannata dai repubblicani che accusarono gli inquirenti federali di “proteggere” la Casa Bianca.

Le incertezze degli agenti invece erano nate dopo una serie di interrogatori in cui erano affiorate piccole discrepanze nel racconto dell’informatore, ma tanto da insospettire gli agenti che hanno esaminato in modo molto più approfondito le lettere e le dichiarazioni di Smirnov fintanto che Smirnov ha confessato di essere stato reclutato dallo spionaggio russo e che quattro agenti a Mosca lo avevano indottrinato sulle sue clamorose rivelazioni.

Secondo quanto affermato in aula Smirnov ha vissuto in Israele dal 1992 al 2006. Ha poi vissuto nel sud della California prima di trasferirsi due anni fa a Las Vegas con il suo partner. Gli inquirenti lo hanno caratterizzato come un operatore giramondo che svolgeva “misteriose attività commerciali”, ma che delle sue attività non c’era traccia a Las Vegas, e che invece aveva una “attività di sicurezza” registrata in California. I registri bancari, tuttavia, non sono riusciti a verificare compensi per questo lavoro, mostrando invece “bonifici di grandi dimensioni provenienti da quelle che sembrano essere società e individui di venture capital”.

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Marco Giustiniani

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