Dopo un lungo e complesso intervento di riqualificazione finanziato dalla Regione Toscana e dall’Università di Firenze durato 5 anni, lo storico Museo di Storia Naturale La Specola ha riaperto i battenti lo scorso 12 febbraio. Si tratta del primo esempio di istituzione scientifica europea nata nel 1775 come “Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale” già con l’obiettivo di essere aperta a tutti i visitatori in linea con lo spirito illuminista dell’epoca. Il complesso che fu voluto dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena, è parte del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino e i visitatori potranno scoprire anche i nuovi percorsi progettati grazie all’ampliamento di ben 13 sale. L’affascinante esposizione che colpì l’attenzione di Goethe e De Sade mette in luce le cere botaniche e anatomiche, le collezioni di mineralogia e la storica collezione di zoologia. Per ammirare il Salone degli Scheletri dove si conservano le ossa di animali esotici, – fra cui spicca quella del grande elefante indiano che un tempo era esposto in vita – e oggi visibili dalla Tribuna di Galileo al Torrino nata per le osservazioni astronomiche, sarà invece necessario concordare un appuntamento con il museo a partire dal primo marzo.

In più quest’anno La Specola compie il 250° anniversario dalla sua fondazione. La collezione di minerali vanta numerosi campioni provenienti dalle collezioni Medici tra il XV e il XVIII secolo, tra cui alcuni oggetti finemente lavorati in pietre dure acquisiti da Lorenzo il Magnifico e altri reperti di straordinario valore storico selezionati dal grande scienziato e padre della moderna mineralogia Niels Stensen che li collezionò nella seconda metà del Seicento su richiesta del Granduca Cosimo III, ed esposti oggi in una affascinante Wunderkammer.
Articolato in sei sale, il percorso espositivo del nuovo allestimento che permette di ammirare enormi cristalli e meteoriti di vario tipo è basato su un progetto museografico che racconta un percorso che va dall’evoluzione dei minerali a partire dalla nascita del nostro pianeta, fino a illustrare la loro classificazione e le loro proprietà.

Le altre sale ospitano le cere anatomiche che furono prodotte a partire da fine Settecento, dalla stessa istituzione anche per diverse scuole mediche europee e spedite in diverse città come Cagliari, Bologna, Parigi, Vienna, Budapest, Londra, Leida e persino a Uppsala.
Nel frattempo le collezioni si sono sempre più arricchite e oggi vantano ben 140.000 reperti di vertebrati e ben 3 milioni di invertebrati, molti dei quali continuano ad essere oggetto di studio.