Donald Trump è salito sul palco della Conservative Political Action Conference, che si chiude oggi, 24 febbraio, a Washington D.C., e per 90 minuti non-stop ha riassunto la sua agenda per le elezioni e raccontato i soliti episodi, con il solito tono vittimistico, autodenunciandosi come “orgoglioso dissidente politico” degli Stati Uniti. Intanto in South Carolina, si vota per le primarie repubblicane: l’ultima chance della candidata Nikki Haley, nemmeno citata dall’ex presidente, per farsi spazio alle elezioni.
Quell’abbraccio e quel bacio iniziali alla bandiera a stelle e strisce, come se fosse stato e fosse tuttora l’unico vero protettore del suo Paese. “Sono il vostro guerriero – ha dichiarato Trump –, sono la vostra giustizia e per coloro che sono stati traditi e non capiti sono il vostro riscatto. La vostra libertà sarà la nostra ricompensa finale”.
Trump è passato dal prendere le distanze dai suoi predecessori repubblicani – “Non torneremo al partito di Paul Ryan, Karl Rove e Jeb Bush” – al criticare le politiche sull’immigrazione. Partendo dalla crisi al confine con il Messico, ha vantato di aver promosso la costruzione del muro e che sotto di lui non c’erano camion pieni di persone che spingono per entrare negli USA. Anzi, date le proposte che sono state fatte ultimamente – “scuola gratis, assistenza sanitaria gratis” -, anche lui avrebbe preso in considerazione l’idea di trasferirsi negli Stati meridionali.
I problemi che gli altri sono riusciti a risolvere sono molto più semplici rispetto alle questioni complicate che sono spettate a lui, quasi meritevole della Medaglia d’Onore per essere stato in Iraq in 2018. “Sono stato molto coraggioso”.
Per l’ennesima volta, Trump fa vanto di essere stato incriminato più di Alphone Capone, ma che, dalle oltre 90 accuse di reato per cui deve essere processato, ne uscirà sicuramente vincitore, “come è già successo in passato”. L’unico crimine che si risconosce veramente è “aver difeso l’America”. Repetita iuvant.
Infine, ha concluso il suo discorso scusandosi di dover andare “nel posto in cui dovrebbe essere”, in South Carolina, e scherzando: “In caso di sconfitta, sarà colpa di tutti voi presenti”. Standing ovation.