Come riportato dal New York Times, nella giornata di venerdì, una giuria di Manhattan, nell’ambito di un’ampia condanna nei confronti della National Rifle Association, ha stabilito che lo storico capo della compagnia, Wayne LaPierre è colpevole di cattiva condotta finanziaria e corruzione.
Il settantaquattrenne, infatti, ha utilizzato diversi milioni di dollari della compagnia, il più importante gruppo nazionale per i diritti sulle armi, per potersi permettere uno stile di vita lussuoso, vacanze esotiche, superyacht e jet privati.

La giuria della Grande Mela, dunque, ha ritenuto che LaPierre debba ripagare quasi 4,4 milioni di dollari al potente gruppo di cui è stato amministratore delegato e vicepresidente esecutivo per oltre trent’anni. In realtà, la somma che l’ex a.d avrebbe dovuto versare nelle casse della società superava i 5 milioni: la giuria, però, ha stabilito che il settantaquattrenne aveva già restituito poco più di un milione di dollari.
I giurati hanno inoltre riscontrato che la NRA non è riuscita a gestire adeguatamente i propri beni, ha omesso o travisato informazioni nella documentazione fiscale e ha violato la protezione degli informatori prevista dalla legge di New York. Nell’inchiesta è stato coinvolto anche Wilson Philips, ex capo dell’area finanziaria della compagnia: quest’ultimo dovrà pagare una sanzione che si aggira intorno ai 2 milioni di dollari.

Al momento, LaPierre, che aveva rassegnato le proprie dimissioni proprio alla vigilia del processo, non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Al contrario, invece, la procuratrice generale di New York, Ltitia James, ha definito il verdetto di venerdì come “una grande vittoria”. “Non importa quanto potenti o influenti pensiate di essere”, ha inoltre scritto la procuratrice sui propri profili social, “A New York non riuscirete a farla franca con corruzione ed avidità. Tutti, anche la NRA e Wayne LaPierre, devono “giocare” seguendo le regole”.
La National Rifle Association è un’organizzazione storica degli Stati Uniti, fondata nel 1871. Il gruppo si occupa principalmente di promuovere la sicurezza nell’uso delle armi ed è considerato come una delle più potenti società degli Stati Uniti. L’associazione, che negli ultimi anni è stato afflitto da problemi finanziari, è stata descritta nel caso sia come un imputato privo di controlli interni per prevenire le spese errate, sia come una vittima della stessa cattiva condotta di alcuni dei suoi manager principali.
Durante il processo, gli avvocati statali hanno sostenuto che LaPierre, che guidava le principali operazioni del gruppo dal 1991, nel corso degli anni aveva trattato la NRA come il suo “salvadanaio”, attingendo liberamente alle casse della società per soddisfare le sue esigenze personali. L’ex amministratore delegato ha fatturato alla NRA più di 11 milioni di dollari per voli con jet privati, e ha speso più di 500.000 dollari in otto viaggi alle Bahamas, nell’arco di soli tre anni.