Gli Stati Uniti hanno annunciato un vasto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia: il più esteso dal momento dell’invasione dell’Ucraina due anni fa. Le misure prendono di mira il settore finanziario e il complesso militare-industriale, nell’intento di indebolire la macchina bellica del Cremlino.
Misure che arrivano mentre la guerra entra nel suo terzo anno, esattamente una settimana dopo la morte del leader dell’opposizione Aleksei A. Navalny, per la quale l’amministrazione Biden responsabilizza il presidente Vladimir Putin.
Con il Congresso in difficoltà nel raggiungere un accordo per fornire più aiuti a Kiev, gli USA sono sempre più orientati verso l’indebolimento economico della Russia per rallentare la capacità di Mosca di rifornire le sue forniture militari. Nell’annunciare le sanzioni venerdì, Biden ha ribadito l’appello affinché i parlamentari si mettano d’accordo sul fornire ulteriori finanziamenti al governo di Zelensky “prima che sia troppo tardi”.
“Il mancato sostegno all’Ucraina in questo momento critico non sarà dimenticato”, ha detto il presidente, aggiungendo che le nuove ulteriormente i ricavi energetici della Russia e porranno fine ai suoi sforzi di elusione delle sanzioni in più continenti.
“Se Putin non paga il prezzo per la sua morte e distruzione, continuerà”, ha avvertito Biden, sottolineando che i costi per gli Stati Uniti, insieme ai loro alleati della NATO e ai partner in Europa e nel mondo, aumenteranno.
Già nella giornata di martedì, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, aveva preannunciato che le nuove misure avrebbero composto un “pacchetto consistente”, in grado di colpire una vasta gamma di elementi importanti per l’economia russa.

Nella giornata di ieri, a San Francisco, Biden ha incontrato la vedova e la figlia dell’attivista russo, Yulia e Dasha, alle quali ha preannunciato l’arrivo di nuove “pesanti” sanzioni contro il Paese dell’est Europa, dichiarando al tempo stesso che l’eredità di Navalny “continuerà a vivere attraverso le persone che in tutta la Russia e in tutto il mondo piangono la sua perdita e lottano per la libertà, la democrazia e i diritti umani”.
In realtà, gli Stati Uniti stavano lavorando ad un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia già da qualche tempo: naturalmente, la tragica fine dell’oppositore putiniano ha spinto i funzionari americani ad aggiungere dei nuovi provvedimenti ad una lista già lunga, dopo un consulto con i partner europei. Tra coloro che saranno “interessati” dalle sanzioni, infatti, vi saranno anche i dirigenti del carcere IK-3 di Charp, il luogo in cui era detenuto Navalny.
Non è certo la prima volta che Mosca si ritrova in una situazione del genere: negli ultimi anni, gli USA ed altri paesi del Vecchio Continente hanno in più occasioni sanzionato il governo russo. Eppure, i provvedimenti in questione non hanno mai preoccupato più di tanto lo stesso Putin, che si è spesso vantato della resistenza mostrata dalla Russia nei confronti delle nazioni “rivali”.