Una ballerina russo-americana, Ksenia Karelina, 32 anni, è stata arrestata in Russia con l’accusa di tradimento. La giovane donna, residente a Los Angeles, aveva ottenuto la cittadinanza statunitense nel 2021: qualche giorno fa è stata portata ad Ekaterinburg, dopo essere stata presa in custodia dal Servizio di sicurezza federale russo (FSB), con l’accusa di raccogliere fondi per un’organizzazione ucraina, la Razom, che li avrebbe poi girati all’esercito locale, impegnato nel conflitto contro la Russia.
Stando alle prime indiscrezioni, sarebbero poco più di 51 i dollari che la donna avrebbe passato all’associazione in questione. Al momento dell’arresto, la ballerina si trovava all’uscita di un cinema della sua città d’origine, dove era arrivata da qualche giorno direttamente dalla California, per fare visita ai propri familiari. Un viaggio che ora rischia di cambiare per sempre la sua vita.
Nel frattempo, per giustificare l’arresto della trentatreenne, l’FSB ha comunicato: “Fin dal febbraio del 2022, ha raccolto in modo proattivo fondi nell’interesse di una delle organizzazioni ucraine, che sono stati successivamente utilizzati per acquistare medicine, attrezzature, armi e munizioni da parte delle forze armate”. Secondo l’agenzia russa, inoltre, mentre si trovava negli Stati Uniti, la ballerina aveva preso parte a diverse manifestazioni pro-Kiev.
Nel frattempo, su Telegram, qualche giorno fa, è spuntato il video in cui si vede la donna scortata presso la struttura penitenziaria di Ekaterinburg, a circa 900 miglia a est di Mosca. Il filmato mostra la Karelina ammanettata e bendata, scortata da un ufficiale in mimetica, con il volto coperto.
Dopo essere diventata cittadina americana nel 2021, lo scorso anno Katerina aveva annunciato sui suoi canali social il proprio matrimonio con un uomo di Los Angeles: ora, invece, rischia fino a venti anni di carcere, la pena massima prevista in Russia per i casi di tradimento.

La giovane non è certo la prima americana a finire dietro le sbarre presso il Paese governato da Vladimir Putin: ancora oggi, infatti, qui sono detenuti Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal, arrestato proprio ad Ekaterinburg circa un anno fa, e l’ex marine Paul Whelan, entrambi accusati di spionaggio.
All’inizio di febbraio, Putin, in un’intervista all’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson, ha spiegato di essere aperto all’ipotesi di rilasciare gli americani detenuti nelle carceri russe, senza però entrare troppo nel merito della vicenda.
Nel frattempo, stando a quanto riferito da un funzionario della Casa Bianca al Daily Mail, il governo statunitense è già al lavoro per tentare di trovare una soluzione in grado di riportare a casa i propri cittadini detenuti nell’est Europa. D’altronde, secondo il quotidiano tedesco “Bild”, già da qualche tempo USA e Russia starebbero pensando ad uno scambio di prigionieri: un’operazione che, stando alle ultime indiscrezioni, avrebbe potuto coinvolgere anche Alexei Navalny, fra i più noti oppositori di Putin, morto venerdì scorso presso il carcere di Charp.